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Pescara, 24/11/2024
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Data: 26/06/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
L'Aquila rovina la festa di D'Alfonso, «La sua Regione pensa solo a Pescara». Il Pd aquilano si ribella al governatore, «abbandonate aree interne».

L’AQUILA - “A Pescara Luciano D’Alfonso partecipa perfino alle riunioni di condominio, è una sorta di sindaco ombra di Marco Alessandrini. All’Aquila città capoluogo non si fa vedere nemmeno se arriva il ministro Dario Franceschini per parlare di zone interne”.

La dichiarazione al vetriolo non è di un esponente dell'opposizione ma di alcuni dirigenti aquilani del Partito democratico: l'accusa di "Pescaracentrismo" che cade sulla testa del governatore democrat è emersa in maniera chiara lunedì scorso a Ocre (L’Aquila), nel monastero di Santo Spirito, in occasione del convegno per il rilancio del progetto Appennino parco d'Europa (Ape) curata direttamente dal vice presidente della Giunta regionale, l'aquilano Giovanni Lolli.

Ma le lagnanze neppure pronunciate sottovoce che puntano il dito contro un D'Alfonso più sensibile alle problematiche del capoluogo adriatico, di cui è stato brillante sindaco, che a quelle delle aree interne in generale e del capoluogo in particolare, hanno radici vecchie e ormai si stanno pericolosamente insinuando nelle dinamiche interne del Pd.

Una situazione che sta creando problemi e frizioni anche con gli stessi consiglieri regionali delle aree interne, da Pierpaolo Pietrucci, unico aquilano, uno dei più arrembanti tanto da essere definito 'talebano' dal governatore, al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, spesso in campo ben oltre il suo ruolo di garanzia pur di tutelare gli interessi della sua Marsica.

E poi c'è il caso dei ribelli di Abruzzo civico, movimento che ha raccolto il 5% alle elezioni di un anno fa e che chiede una rappresentanza in Giunta con duelli pubblici e privati con D'Alfonso. Anche se l'entourage dalfonsiano respinge tutti questi rilievi, invitando a vedere l'agenda del presidente e gli atti decisi finora, il presunto 'debole' per la costa ha spaccato il partito.

Senza voler evocare i moti del 1971, quando L'Aquila scendendo in piazza difese il ruolo di capoluogo insidiato da Pescara, la questione aleggerà domani a Pescara sull'evento che celebrerà il primo compleanno della Giunta D'Alfonso.

Evento fissato appunto a Pescara, decisione che ha fatto storcere il naso agli aquilani (la volevano nel capoluogo), che, stando ai rumors, non saranno certo presenti in massa, a partire dal sindaco, Massimo Cialente.

Certo sul casus belli di Ocre, un'operazione di caratura comunitaria, vecchio pallino di Lolli, che avrebbe preferito un D'Alfonso al suo fianco, il governatore ha un alibi di ferro in quanto non non si è fatto vedere, nonostante l’avesse indicata nella sua agenda diffusa quotidianamente ai media tra gli appuntamenti cui avrebbe preso parte quel giorno, perché impegnato con i vertici dirigenziali dell'Enel per la firma di un'importante intesa che porterà 200 milioni di investimenti in Abruzzo.

Ma dai toni con cui vengono pronunciate le accuse, la problematica potrebbe venire a galla con prese di posizione ufficiali con la polemica che, quindi, diventerebbe pubblica e non più sommersa come ora con gli aquilani che vogliono mantenere l'anonimato.

Visto che la lista delle rivendicazioni è lunga: a partire dal fatto che la legge sull'Aquila città capoluogo, tanto pubblicizzata, è ora al palo, per finire con la recentissima rimodulazione dei fondi Fas. Dalla piega che sta prendendo la storia della predilezione per Pescara, per D’Alfonso i malumori degli aquilani, che rischiano di trasformarsi in ostilità, sono una delle gatte da pelare più complesse che stanno facendo perdere consenso e popolarità a un governatore che solo un anno fa ha stracciato l'ex presidente di centrodestra Gianni Chiodi.

Questo, naturalmente, insieme a un inizio stentato della Giunta D'Alfonso, alle prese con le conseguenze di scelte impopolari per affermare la stagione delle riforme, vedi macchina amministrativa e trasporti, e nella sanità per uscire dal commissariamento, vedi chiusura punti nascita, pronti soccorso e rinnovo precari. Alle problematiche amministrative vanno anche aggiunti i già citati mal di pancia politici con Abruzzo civico sull'Aventino per rivendicare un posto tra gli assessori e le conseguenze del decisionismo e centralismo dalfonsiano, un protagonismo ritenuto eccessivo, deciso a riformare profondamente l'ente.

Tornando al 'debole' per Pescara, lo scontro si è rinnovato dall’annuncio del presidente, arrivato irritualmente sulla propria bacheca Facebook che in questi ultimi giorni lo vede insolitamente ciarliero, sulla propulsione data all’impiego concreto delle risorse derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) relativo al periodo 2007-2013 per dare “concreta attuazione agli interventi che hanno beneficiato di tali finanziamenti”.

Nel listone di 23 capitoli che verranno finanziati, Pescara incassa 5,85 milioni di euro, un quinto del totale, tra lavori per la funzionalità del porto, Ponte del Cielo e pista ciclabile.

L’Aquila si consola con “soli” 1,35 milioni per una pista ciclabile, questa sicuramente più utile rispetto a una da realizzarsi in un territorio piatto come una tavola. Questi e altri annunci D’Alfonso li farà nella manifestazione per fare il bilancio del suo primo anno da presidente della Regione che ha convocato domani alle ore 18.30 come un grande evento all’aperto.

Ma altri esempi di questo “favoritismo” verso la città adriatica denunciato dagli aquilani, non mancano, anche perché a Pescara il presidente della Giunta viene percepito più attivo che mai, tanto da aver messo decisamente all’angolo il suo successore Alessandrini.

Arrivo in motocicletta, abbigliamento informale e parlantina come di consueto frizzante, a fine maggio ha partecipato perfino all’inaugurazione di una rampa dell’Asse attrezzato, per non parlare delle manifestazioni del 25 aprile, anniversario della Liberazione.

Alessandrini che, nel frattempo, è diventato coordinatore dei sindaci abruzzesi all’Expo di Milano, dove, per dire, Casa Abruzzo è stata inaugurata senza alcun rappresentante aquilano, men che meno il primo cittadino Cialente.

Come la storia del vertice del Parco Gran Sasso-Laga, per la cui presidenza, secondo il criterio di rotazione, non attuato da tre tornate, sarebbe ora di un esponente del capoluogo, e invece il favoritissimo è il cavallo di ritorno del teramano Walter Mazzitti, figura manageriale e mediatica ammantata di dalfonsismo.

Non sarà pescarese, ma certo non è aquilano. E che dire del fatto che gli aquilani sono rimasti a bocca asciutta anche nelle poltrone della nuova segreteria Pd, guidato, manco a dirlo, da un uomo scelto da D'Alfonso, il giovane Marco Rapino, che in questi primi mesi non ha peraltro dato segnali di vita.

Sono solo esempi perché la lista sarebbe lunga: e alle rivendicazioni degli aquilani c'è chi risponde che il capoluogo ha i fondi della ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009, quindi è giusto dirottare più misure regionali a Pescara.

In questa nuova puntata della storica contrapposizione stenta a farsi largo il pensiero del vice presidente della Giunta Lolli, ex parlamentare del Pd, unico aquilano presente nell'esecutivo, quindi, tra due fuochi, espresso commentando la recente riunione della maggioranza di centrosinistra senza Abruzzo civico svolta a Mosciano Sant'Angelo: "La discussione è su come rispondere ai bisogni della gente, il tema prioritario è come si governa ora alla luce del mutato quadro di riferimento con il taglio dei trasferimenti ordinari con quelli a disposizioni in gran parte comunitari che richiedono scelte strategiche e capacità progettuale, le configurazioni politiche e i ruoli sono assolutamente secondari. La Regione non appalta, programma, in questo senso la palla passa ai territori, alle imprese che devono cogliere le occasioni con progetti innovativi ed efficaci. Se non vogliamo governare e crearci problemi, basta dare spazio alle rivendicazioni territoriali e al campanile".

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