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Pescara, 24/11/2024
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Data: 26/06/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Voli e ristoranti, processo al turismo. Dopo il blitz del Nas sulla riviera e il caso dell’Infopoint chiuso gli operatori si interrogano sulla vocazione di Pescara. Mattoscio: nord Europa e charter, aeroporto promosso

Se il buongiorno si vede dal mattino, con i Nas in azione per chiudere la cucina di uno stabilimento balneare e las coperta dell’Infopoint a estate ormai avviata, risulta evidente come la stagione turistica pescarese non sia partita con il verso giusto. Anzi, facendo un passo indietro, viene da chiedersi se Pescara sia davvero una città per turisti. E su questo punto i ristoratori, più che mai cartine al tornasole della qualità, non hanno dubbi: «La città - afferma Giovanni Marrone, neo presidente della Fipe, l’associazione provinciale dei ristoratori di Confcommercio - è a misura di turismo e il livello medio dei nostri servizi è buono. Certo, ci sono stati dei casi negativi isolati e ci sarà da migliorare, ma non c’è da fare allarmismo e da parte nostra vi è la massima volontà di collaborare per innalzare la qualità dell’offerta». Ed è così che i ristoratori si sono rimessi a studiare, facendosi dare ripetizione dagli stessi Carabinieri del Nas: «Grazie a loro - sottolinea Marrone -, abbiamo già acquisito l’obbligo di indicare gli allergeni alimentari all’interno dei menù e inoltre, stiamo organizzando dei corsi per i nostri camerieri affinché migliorino la fase di accoglienza del cliente, lasciando un bel ricordo in chi viene a Pescara».
LUCI E OMBRE
Dal punto di vista viario-infrastrutturale, inoltre, dovrebbe essere l’aeroporto d’Abruzzo l’elemento attrattore: «Ci sono i nostri voli di linea abituali - conferma Nicola Mattoscio, presidente della Saga, l’ente gestore dello scalo -, che collegano Pescara al nord Europa ed al Regno Unito, a favorire gli arrivi. E anche l’elevato traffico charter, porterà benefici». Per quanto riguarda l’assenza di informazioni turistiche, invece, gli Infopoint sembrano ormai superati: «Possono servire al massimo - osserva Mattoscio - per i cittadini di prossimità, ma chi vive a distanza si informa tramite il web e i grandi tour operator».
Ma in fondo, ripercorrendo la storia e lo sviluppo urbanistico della città adriatica, emerge come Pescara non abbia mai avuto e non ha una vocazione turistica sostanziale: «Bisogna tornare - riflette Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio - ai ruggenti anni ’60-’70 quando in città si optò per uno sviluppo residenziale dell’area rivierasca, mentre nella riviera romagnola puntarono sugli alberghi. L’unica strategia possibile, oggi, è guardare a un migliore utilizzo delle infrastrutture viarie». Porto ed aeroporto su tutti: «Bisogna sfruttare meglio - raccomanda Becci - la connessione di entrambi per migliorare i servizi turistici. A ciò dovranno pensare le istituzioni, Regione e Comune, elaborando un piano specifico».
E fortunatamente un piano esiste già e risponde alla sigla Dmc: «Ovvero - spiega Emilio Schirato, presidente di Federalberghi Pescara - Destination management company. Si tratta di 13 consorzi attivi in Abruzzo ai quali la Regione, con legge dello scorso 26 maggio, ha demandato l’organizzazione del settore turistico». Pescara, nello specifico, è compresa nel Dmc Terre del piacere presieduta dallo stesso Schiarato: «L’area - precisa il presidente di Federalberghi - si estende da Silvi a Francavilla e nell’entroterra, comprende 20 Comuni pescaresi e 20 chietini. Attualmente stiamo dialogando con il Comune di Pescara, che ci affiderà l’elaborazione di un piano marketing territoriale». Così, finalmente, anche Pescara si doterà dello strumento più importante per garantire una valida offerta turistica: la programmazione.

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