Il vertice convocato oggi dagli operatori economici (ore 17, hotel Castello), sa tanto di ultima chiamata per le istituzioni. Sono attese risposte precise sull’iter autorizzativo per l’ammodernamento della seggiovia delle Fontari di Campo Imperatore, affinché «non si comprometta la prossima stagione invernale». Non è un appuntamento da sottovalutare: la rabbia per le tante divisioni sull’argomento sta per esplodere in clamorose iniziative di protesta. Come quella annunciata dagli Usi civici di Assergi, pronti a indire un referendum per far uscire il comune dell’Aquila dal perimetro del Parco. E c’è proprio il Parco del Gran Sasso al centro delle critiche. La relazione negativi dei tecnici sulle Fontari (bypassata dal presidente Arturo Diaconale) ha provocato una rivolta. Ieri si è aggiunto un nuovo mini capitolo: Massimo Cialente ieri si è detto pronto a presentare una denuncia per falso ideologico contro il Parco in merito a uno dei progetti di ricerca europei che secondo l’istruttoria tecnica sarebbero messi a rischio in caso di lavori, quello denominato «Lter». Che, a detta del primo cittadino, sarebbe «ufficialmente» pressoché sconosciuto agli enti preposti.
IL BLOCCO
Per una casualità il referente del progetto, Bruno Petriccione, ecologo e componente del comitato scientifico del Wwf, ha diffuso ieri una nota in cui, sostanzialmente, conferma la posizione degli ambientalisti. Questi i passaggi principali: «La valutazione di incidenza ambientale non significativa deve essere pronunciata dal comitato regionale Via e non dall’amministrazione comunale, in quanto il progetto della nuova seggiovia delle Fontari è sottoposto ad analoga procedura di Valutazione di impatto ambientale, di stretta competenza della Regione. Entrambi i procedimenti pendono da oltre un anno al comitato regionale Via, presso il quale sono state depositate osservazioni molto critiche dall’università e dalle associazioni per la tutela dell’ambiente»; «Tutto il territorio del Parco nazionale è compreso in una zona di protezione speciale ed in sito di interesse comunitario tutelati dalla Direttiva Habitat dell’Ue. La presenza di un habitat prioritario proprio sotto il tracciato ipotizzato per la nuova seggiovia rende quindi il progetto non realizzabile; L’eventuale uscita del territorio di Assergi dal Parco Nazionale non cambierebbe quindi nulla»; «Stante l’assoluta incompatibilità ambientale del progetto di nuova seggiovia (che porterebbe da 800 a quasi 1.600 metri la lunghezza della seggiovia preesistente), un eventuale progetto di reale sostituzione ed ammodernamento sullo stesso tracciato potrebbe sicuramente incontrare meno ostacoli autorizzativi».
LE POLEMICHE
Anche la politica è ovviamente in fermento. Ieri Guido Liris ha attaccato il Comune: «È necessario un immediato incontro con il Parco: ho già avanzato richiesta perché gli amministratori vengano convocati in commissione vigilanza e garanzia. L’amministrazione comunale è latitante, ci sostituiremo a lei! Il grido d’aiuto che arriva da Assergi, dagli Usi Civici, dai maestri di sci, non può cadere nel vuoto».