L’AQUILA. Mauro Febbo contesta il bando per i nuovi dirigenti in Regione che non sarebbe conforme alla vigente disciplina e potrebbe provocare una marea di ricorsi.
Da qui tre richieste ben precise che il consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Vigilanza avanza al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso: non procedere alla nomina dei nuovi Dirigenti di Servizio, verificare che non vi siano, nell’avviso di selezione, delle gravi carenze procedimentali e pubblicare un nuovo ed unico bando di incarico sia per i dirigenti sia per i capi dipartimento per evitare l’illegittimità di tutti i nuovi atti.
«L’unica rivoluzione – afferma Mauro Febbo - alla quale fino ad adesso abbiamo assistito all’interno della macchina amministrativa è l’immobilismo, l’inefficienza e il regnante caos presente in tutte le direzioni della Regione Abruzzo».
Adesso con questo ultimo avviso, volto a nominare i nuovi dirigenti di Servizio, secondo Febbo si rischia di mandare in tilt i nuovi Dipartimenti poiché vi sarebbero tutte le premesse per una marea di ricorsi da parte dei dipendenti regionali.
Infatti nel bando l’esponente di Forza Italia ravvisa diverse carenze procedurali: prima di tutto con le Delibere di Giunta regionale ( 337, 338, 340, 341, 342, 343, 344 del 5 maggio e 403 del 27 magio 2015) si vanno a modificare profondamente gli assetti degli stessi Dipartimenti, facendo superare di fatto i programmi che gli attuali titolari di Dipartimento furono a sua tempo chiamati a realizzare.
«Tant’è», sottolinea Febbo, «che diversi capi dipartimento hanno già iniziato ad adottare atti relativi a competenze “aggiunte”, in quanto prima non previste nella missione della struttura e nel programma presentato. Pertanto – rimarca Febbo – logica vuole che il bando doveva essere fatto per nuova riattribuzione sia degli incarichi dirigenziali sia per i capi dipartimento».
Inoltre sono state trovate anche carenze oggettive visto che l’avviso, basato sulla disciplina approvata con la delibera di giunta regionale 60/2015, «non contiene nessun elemento di selezione sostanziale basata sui punteggi derivante da una valutazione dei curricula e questo farebbe pensare ad una selezione fiduciaria più che oggettiva, violando la legislazione approvata e vigente».
«Infine», chiude Febbo, «sarebbe interessante capire, visto le grandi capacità oratorie del presidente, come mai le sigle sindacali non sono state coinvolte in un tavolo di confronto prima di pubblicare il bando, visto che la stessa Regione Abruzzo era obbligata ad una consultazione sindacale come disciplinato».
Per questo Febbo invita sia D’alfonso che il direttore Gerardis a revocare il bando e non andare avanti con le nuove nomine per capire se il bando poteva essere espletato in questa maniera o doveva essere impostato in con modalità totalmente diverse come affermano gli stessi sindacati per evitare innumerevoli ricorsi o, peggio ancora, adottare nuovi atti e provvedimenti che poi risulterebbero illegittimi e con profili di annullabilità.