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Pescara, 24/11/2024
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Data: 27/06/2015
Testata giornalistica: Il Centro
D’Alfonso si autocelebra tra applausi e proteste. Grillini e comitati monopolizzano la prima parte della manifestazione

PESCARA Fischi, urla, cartelli di contestazione (c’è chi ne ha contati 26), fino ad un’interruzione vera e propria, da parte di un dipendente del Ciapi - il campus internazionale della formazione di Chieti Scalo - che si è avvicinato fin sotto al palco, per reclamare il pagamento degli stipendi che i lavoratori dell’ente rivendicano da circa 26 mesi.Insomma, più che una kermesse autocelebrativa dei primi dodici mesi al governo della Regione, quella organizzata dal presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, in piazza Unione, ieri a Pescara, ha avuto le vesti, almeno all’inizio, di una protesta orchestrata da oppositori bene organizzati. Oltre ai dipendenti del Ciapi e alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, per contestare D’Alfonso sono arrivati da Picciano i cittadini aderenti al comitato “No centrale termoelettrica”, i quali hanno chiesto al presidente regionale una revoca della concessione per le attività dell’impianto; ma anche da Sulmna e Ortona, con riferimento alla paventata soppressione dei punti nascita. La contestazione a D’Alfonso è arrivata anche da ex proprietari dei terreni espropriati per la costruzione dell’asse attrezzato di Pescara (l’obiettivo erano evidentemente altri responsabili). E così in un cartellone giallo si poteva leggere: «45 anni di attesa per il pagamento espropri. Quanto ancora?». Sono arrivate rimostranze, tra le altre, anche dai dipendenti delle Naiadi, l’impianto sportivo tra Pescara e Montesilvano, i quali, su alcuni teli bianchi, hanno vergato in nero «Regione, cosa hai fatto per gli ex dipendenti delle Naiadi?». Il tutto, di fronte - oltre che alla giunta regionale presente, e, tra gli altri, al Rettore dell’università di Teramo e presidente di Arpa, Luciano D’Amico e al presidente della Saga, la società che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo, Nicola Mattoscio – al segretario nazionale del partito socialista belga, nonché ex primo ministro, Elio Di Rupo, originario di San Valentino, ieri ospite d’onore. Ed è stato proprio Di Rupo, con le sue parole, a emozionare il pubblico e a zittire la protesta. «Io sono erede dei valori dell’Abruzzo e dei miseri genitori che non ci sono più», ha detto l’ex premier belga, «mio padre lavorava a mille metri sotto terra, dedico a lui, un minatore, la mia presenza qui oggi in Abruzzo». Poi Di Rupo, prima di parlare dell’Europa, ha dato all’Abruzzo un consiglio: «Dovete puntare sulle competenze, e così l’Abruzzo avrà un progresso assicurato. Quello che vi contraddistingue e non è mai cambiato da quando i miei nel ’44 lasciarono San Valentino, è la vostra generosità». Quando è toccato a D’Alfonso, per forza di cose, l’intervento è stato una replica a quelli che ha definiti «capelloni». «Le critiche sono tutte legittime», ha sottolineato il governatore, «ma queste sono costruite ad arte», ha ribattuto rosso in viso. «E sono critiche», ha voluto specificare, «che hanno fatto perdere tutte le battaglie elettorali precedenti e che faranno perdere quelle prossime». Poi, incalzato dalle domande dei giornalisti, ha dato i numeri sul primo anno di governo, rilevando che il tasso di occupazione, se comparato al primo trimestre del 2014, quando era pari 53,4%, è salito, nel primo trimestre di quest’anno, al 55,7%, con un tasso di disoccupazione che nello stesso periodo è sceso dal 13,7% al 12,7%. D’Alfonso ha quindi annunciato il ricambio ai vertici delle Asl di Pescara e L’Aquila, ha parlato dei «200 milioni di euro investiti per i depuratori, i quali», ha annunciato il capo della giunta regionale, «nell’arco di tre anni saranno tutti efficientati». Inoltre, ha aggiunto D’Alfonso, da un punto di vista economico, «è stata semplificata la vita delle imprese, con 35 autorizzazioni Via». E poi la banda larga, con 50 milioni di euro stanziati «per coprire tutti i Comuni», e «1 miliardo e 740 milioni per favorire la crescita e lo sviluppo dell’economia». Ma se questo è il «Cosa ho fatto per te», come dal titolo della manifestazione di ieri, il «Cosa farò per te» prevede, tra gli altri obiettivi, la creazione di «centomila occasioni di lavoro».

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