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Pescara, 24/11/2024
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28/06/2015
Il Messaggero
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FI risponde a D’Alfonso Critiche da Chiodi a Sospiri, da Di Dalmazio a D’Ignazio Il governatore stroncato con un dossier di 10 pagine. Più tasse e disoccupati, sanità penalizzata |
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PESCARA Un dossier a corredo e un aggettivo su tutti per definire il primo anno di legislatura D’Alfonso: «Provinciale». Gianni Chiodi, emerito e sconfitto presidente, non vuole affidarsi al politichese, «con il quale si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto - spiega -. Ci limitiamo a dare i numeri e a registrare la totale assenza della Regione Abruzzo dai tavoli nazionali e internazionali. Siamo spariti dalla programmazione del Cipe, dove prima eravamo. Senza ottenere materialmente i soldi, magari, ma almeno eravamo presenti. La politica del centrosinistra è stata caratterizzata in questo anno solo da chiacchiere e da una scadente capacità realizzativa, in perfetto stile Prima Repubblica; confondendo una fusione (quella della Tua) con una riforma, utilizzando l’aumento della pressione fiscale e palesando ritardi su tutto. Altro che Abruzzo veloce». PAROLE E NUMERI Insomma il controbilancio del centrodestra, dopo i «farò e ho fatto» di piazza Unione, è impietoso: come un plotone di esecuzione, ieri, oltre all’ex presidente Chiodi, erano allineati anche il resto dei consiglieri di centrodestra: da Sospiri a D’Ignazio «perché sia chiaro - commenta il consigliere di Ncd in odor di flirt con D'Alfonso - che il mio riferimento resta Gianni Chiodi e la mia politica di centrodestra». Nelle dieci pagine del dossier i numeri della “disfatta”: tremila disoccupati in più (4,5%), 42 milioni di export in meno (2,3%), 81 milioni di euro di tasse aggiuntive (tra ticket e tasse non tagliate), e poi il tormentato percorso della sanità con la chiusura dei punti nascita, il ridimensionamento dei reparti ospedalieri, la non chiara politica di edilizia sanitaria e ancora l’assenza di investimenti e la marginalizzazione delle aree interne. «Ad una anno di distanza - commenta Lorenzo Sospiri - in Abruzzo si vive peggio. Questo è un dato di fatto, come i numeri che abbiamo portato». «E' evidente l’assoluta mancanza di una visione strategica e di un’idea dell’Abruzzo - aggiunge Mauro Di Dalmazio - con provvedimenti mirati solo a ottenere un consenso immediato». Ognuno ci mette del suo per demolire l’anno di governo e i festeggiamenti appena conclusi in piazza Unione: Emilio Iampieri attacca sul «non fatto per la ricostruzione e la penalizzazione delle aree interne e della Marsica», Di Dalmazio ricorda «il blocco della riforma sui rifiuti», Gatti denuncia il rischio di perdere i fondi comunitari e l’assenza dei bandi, D’Ignazio prende atto «che per quanto riguarda il sociale e le infrastrutture l’Abruzzo è molto peggiorato», Sospiri brandisce il dossier e Chiodi rivendica i prossimi risultati sui Lea («a settembre toccheremo i 167 punti») e annuncia un altro prossimo primato in negativo: «Per quanto riguarda la capacità di utilizzo dei fondi Fesr 2007/2013, che negli anni passati ci vedevano primi a livello nazionale - anticipa - siamo finiti in fondo alla classifica. Inoltre siamo di fronte a una cedevolezza nei confronti dei gruppi di potere come le cliniche private, che muovono centinai di milioni senza contratti. In un anno, in questo, siamo tornati al 2008». E per D’Alfonso non è un accostamento felice.
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