L’AQUILA C’è l’assemblea del Pd a Pescara in Comune, ci sono direzione e segreteria regionale partoriti dopo quattro mesi dall’elezione del nuovo segretario Marco Rapino, ma ci sono anche i veleni. E siccome arrivano dall’Aquila hanno un peso piuttosto differente rispetto ai mal di pancia del consiglio regionale. Ma andiamo per ordine. Per ieri mattina era prevista l’assise democrat che doveva sancire la chiusura del cerchio sugli organi collegiali dopo la scelta di Rapino. Sessanta persone per la direzione e quindici per la segreteria. Sembrava un ritardo, un peccato veniale e invece la mazzata è arrivata in anticipo. Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, non invitato ufficialmente al summit, non ha gradito, "rigurgitando" il suo sfogo su Facebook. I vertici del Pd, dopo avergli inviato un sms di invito in zona Cesarini, giurano che il ritardo sia stata tutta colpa del server, ma la scusa non ha convinto Cialente il cui divorzio con i democrat sembra ormai imminente. Il sindaco denuncia una serie di cose che non vanno, «crescenti difficoltà del partito sia nella politica regionale, sia alla luce della recente sconfitta a Chieti, sia nel quadro dell'arretramento nazionale dei consensi al Pd nazionale, sia soprattutto alla luce dell'emorragia di iscritti che registriamo».
Il sindaco del capoluogo non risparmia bordate neanche al Pd comunale e al suo segretario Stefano Albano paragonandosi a un "vecchio zio" che «non ha in questi giorni idilliaci rapporti con la segreteria comunale». Nel mirino del primo cittadino aquilano c'è anche il presidente della Regione Luciano D'Alfonso sordo alle istanze per la nomina di un aquilano alla guida del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga; un D'Alfonso che, nonostante le promesse, ha scaricato L'Aquila. Arriva dunque l'affondo di Cialente che lascia presagire un futuro politico senza democrat: «Io continuo e comunque continuerò a fare politica. Ho, insieme ad altri, una missione - conclude - ricostruire un comprensorio, lottare per una sanità giusta in Abruzzo, per un Abruzzo nuovo, per una politica vera. E su questo non guardo in faccia nessuno». l cenno è sicuramente alla prossima tornata amministrativa che potrebbe vedere l'attuale sindaco dell'Aquila alla guida di un progetto civico, sebbene non candidato a sindaco, visto che esaurirà il suo secondo mandato nel 2017. Sarà il solito sfogo pronto a rientrare dopo il solito vertice tra sorridi? Il tempo, galantuomo, dirà. Intanto, non poteva mancare, la bordata al governo Renzi: «In questi anni mi sono "ciucciato" 4 governi, un mare di nuovi ministri, sottosegretari e quant'altro. Alcuni governi non mi erano amici. Ebbene, vi assicuro che con questi sono stato forse, per certi versi, ancora più forte. Da avversari, almeno mi rispettavano». Insomma la filiera monocolore delle ricostruzione Pd sembra essersi pericolosamente intruppata e Cialente rischia di diventare il corpo estraneo del meccanismo. Alla vigilia dell'assemblea il giovane segretario Marco Rapino aveva già nominato i 15 componenti della sua segreteria, il gruppo dirigenziale democrat più giovane della storia, che forse non intende più lasciare spazio agli zii, soprattutto se aquilani. Scorrendo l'elenco dei 15, si trovano Andrea Catena, Marco Savini, Stefano Albano, segretario del Pd dell'Aquila, e Mauro Marchetti, capo di gabinetto del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Ancora: Alexandra Coppola, Marco Presutti, Gianluca Scarlatto, Matteo Bonfante Antonio Del Casale, Patrizia Lorenza Panei, Alessio Di Masci, Costantino Cianfaglione, Gabriele Filipponi, Angelo Di Donatantonio, Stefano Alessiani.