ROMA Le cartelle di Equitalia diventeranno più leggere. L’aggio incassato dalla società, abbattuto dall’8% al 6% dal decreto attuativo della riforma fiscale approvato venerdì dal governo, potrà ancora scendere. Il compenso della società di riscossione sarà legato ai costi sostenuti dalla stessa, con l’obbligo per Equitalia di presentare ogni anno un piano di efficientamento per ridurli. Una sorta di spending review permanente in modo da tagliare ulteriormente il balzello che pesa sulle cartelle. Il provvedimento prevede anche che chi si trova in una «temporanea situazione di difficoltà», possa ottenere in automatico una dilazione di pagamento fino a 72 rate. La rateizzazione delle somme, e questa è una novità, potrà avvenire non più solo sui ruoli di Equitalia ma anche sugli atti di accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
In caso di definizione concordata, il pagamento potrà essere effettuato in quattro anni con un minimo di otto rate ed un massimo di sedici.
LE ALTRE NOVITÀNella notte, a valle del consiglio dei ministri che ha approvato i decreti attuativi della delega fiscale, sono emerse delle novità. La soglia della non punibilità penale dell’omesso versamento Iva, inizialmente indicata nel comunicato del governo in 200 mila euro, è stata alzata fino a 250 mila euro. Fino ad oggi il limite era 50 mila euro. Si tratta di uno dei cosiddetti reati da crisi: le imprese dichiarano l’Iva ma poi non riescono a versarla per mancanza di liquidità. Un’altra novità di rilievo è contenuta nel provvedimento sulle sanzioni amministrative. Quelle edittali oggi comprese tra il 100% e il 200% dell’imposta dovuta, scenderebbero in un range tra il 90% e il 180%. Ma con un inciso. Nel caso in cui l’imposta in oggetto sia la cedolare secca sugli affitti, la sanzione verrebbe raddoppiata, salendo in pratica fino ad un massimo del 360%. Il motivo sarebbe che trattandosi di un regime fiscale agevolato, l’evasione è considerata un comportamento particolarmente grave. Del resto, come ha rilevato la Corte dei Conti nel suo ultimo rapporto sulla parificazione del bilancio dello Stato, la cedolare secca sugli affitti era previsto che portasse ad incassi per 3,9 miliardi di euro l’anno, mentre per ora il gettito è fermo a circa 1,7 miliardi, segno che il nero negli affitti è un comportamento ancora molto diffuso.
Sulle sanzioni penali, invece, sono state confermate tutte le indicazioni della vigilia. La frode fiscale viene meglio dettagliata e aver riportato tutto nelle scritture contabili non sarà più considerata una esimente. Un meccanismo pensato anche per delineare meglio i confini con l’abuso del diritto che invece è stato depenalizzato. La pena prevista per la frode rimane 6 anni, così come resta in vigore la soglia dei 30 mila euro sotto i quali non c’è reato. La soglia di punibilità viene rivista in riferimento all’ammontare dei ricavi non dichiarati, che dovranno essere superiori a 1,5 milioni rispetto all’attuale milione. Per quanto riguarda invece la dichiarazione infedele, la soglia di punibilità sale da 50 mila a 150 mila euro di imposta evasa. Il reato scatta anche quando l’imponibile evaso supera i 3 milioni (il precedente limite era 2 milioni), o comunque il 10% del totale dei ricavi. La pena è il carcere fino a 3 anni. Novità di rilievo anche nel contenzioso tributario. Le sentenze saranno esecutive. Significa che se il contribuente vince in primo grado, potrà ottenere subito il rimborso, senza dover aspettare l’esito finale del giudizio che potrebbe arrivare in Cassazione dopo anni.