ROMA No all’estensione del contributivo per andare in pensione prima: la Cisl con il segretario generale Annamaria Furlan boccia l’ipotesi di allargare la cosiddetta opzione donna a tutti, prevedendo il calcolo contributivo per l’intera pensione a fronte di una uscita anticipata. È «impraticabile», ha detto Furlan: si tradurrebbe in «un taglio dal 20% al 30%» dell’assegno pensionistico, un effetto ancora più pesante considerando che «la media delle pensioni è 1.000-1.500 euro». L’opzione è stata considerata «condivisibile» dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, che oggi in occasione della relazione annuale dell’Istituto di previdenza alzerà il velo sulla sua ricetta per consentire maggiore flessibilità in uscita. Boeri la scorsa settimana ha incontrato Renzi ed i ministri Poletti e Padoan. A decidere sulle modifiche da apportare al sistema pensionistico, dopo la rigidità introdotta dalla riforma Fornero, sarà comunque il governo, che da parte sua continua a ribadire la linea secondo cui gli interventi saranno realizzati in sede di legge di stabilità, anche perché ogni correzione non potrà che fare i conti con le risorse a disposizione. Boeri nei giorni scorsi ha già bocciato non solo l’ipotesi di staffetta generazionale ma anche la proposta Damiano-Baretta per uscire dal lavoro a 62 anni di età e 35 di contributi con una penalizzazione dell’assegno tra il 2% e l’8% l’anno perché sarebbe troppo costosa; così come, per lo stesso motivo, ha fatto per la quota 100, ovvero la possibilità di uscire con un mix tra età e contributi. Quanto all’eventuale estensione della opzione donna, che invece sarebbe neutra sotto il profilo dei conti pubblici nel lungo periodo, andrebbero probabilmente rivisti i requisiti per uscire in anticipo sia per l’età anagrafica, sia per il minimo di contributi necessari. I sindacati però continuano il pressing sull’esecutivo: «Noi vorremmo sentire la riforma delle pensioni targata governo, perché al governo spetta fare la proposta», su cui aprire il confronto, ha rimarcato il numero uno della Cisl, tornando a puntare il dito contro la riforma Fornero, la «peggiore d’Europa. Bisogna ripristinare la flessibilità in uscita. Il governo - ha detto Furlan - si sbrighi a convocarci e ad iniziare un confronto serio che riguarda milioni di persone». Intanto i sindacati dei pensionati hanno in agenda un incontro con Boeri per domani e con Poletti per giovedì 16, dopo il tavolo già aperto sul sistema di rivalutazione delle pensioni e in generale sulla condizione dei pensionati.