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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/07/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fca (Fiat), firmato il contratto-rivoluzione. Retribuzione legata agli obiettivi e sindacato unico per ogni stabilimento. Aumenti fino a 10 mila euro.

ROMA Dopo nove mesi di trattative è stato firmato ieri all’Unione Industriale di Torino il nuovo Ccsl (Contratto collettivo specifico di lavoro) per tutti gli 85 mila dipendenti dell’ex Lingotto, quelli che ora fanno capo a Fca e Cnh. Da una parte del tavolo i rappresentanti delle due aziende, dall’altra le sigle firmatarie (Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Ugl metalmeccanici e Associazione quadri) che sin dall’inizio hanno accompagnato e condiviso il percorso voluto da Marchionne. Come già spiegato dall’ad di Fiat Chrysler lo stesso giorno (il 16 aprile) della prima assemblea degli azionisti in Olanda, l’accordo è valido per il triennio 2015-2018 e prevede «un innovativo sistema retributivo basato sul raggiungimento di obiettivi di redditività ed efficienza». In pratica, la retribuzione dei dipendenti è strettamente legata ai risultati dell’azienda e se i target verranno rispettati le erogazioni aggiuntive oscilleranno fra 7 mila e 10.700 euro nel periodo. La cifra fissa garantita è invece di soli 330 euro l’anno e una prima tranche trimestrale di 82,5 euro è già stata corrisposta a maggio ai dipendenti del settore auto di Fca; ora il nuovo schema retributivo viene esteso a tutti gli altri dipendenti di Fca ma anche di Cnh.
NUOVE RELAZIONI SINDACALI

Le società guidate da Marchionne sottolineano che i cambiamenti radicali non si limitano all’aspetto retributivo, riguardano un «coinvolgimento più ampio e maturo delle persone che lavorano per raggiungere gli obiettivi strategici». Verrà introdotta una turnistica a ciclo continuo (20 turni alla settimana) già operativa nella fabbrica di Melfi. I nuovi assunti di Fca, inoltre, verranno inquadrati in via sperimentale con 3 soli livelli rispetto agli 8 attuali. L’ultimo cambiamento riguarda le relazioni sindacali: i singoli stabilimenti avranno un unico organo di rappresentanza nel quale confluiranno le varie sigle, sarà il solo interlocutore legittimato dell’azienda e «si esprimerà a maggioranza assoluta».
Mentre in Italia veniva siglata l’intesa, il principale azionista delle due società, John Elkann. era a New York a lavorare sui due dossier aperti di Exor. Il nipote dell’Avvocato ha incontrato gli azionisti di PartnerRe (145 i presenti più 40 collegati in remoto) ai quali ha spiegato i vantaggi della sua ultima offerta di acquisto rassicurandoli pure su alcuni passaggi cruciali del percorso. La proposta di 137,5 dollari per azione è vincolante, «tutta cash e migliore della fusione con Axis». Elkann ha anche spiegato che nel periodo go shopping, che andrebbe dalla firma dell’accordo a fine agosto, i soci potrebbero accettare offerte migliori rispetto alle quali Exor non rilancerebbe. Inoltre, in un’intervista al Wsj, Elkann è stato altrettanto chiaro sul consolidamento di Fca ribadendo che GM «sarebbe il partner migliore, ma non è l’unica opzione». L’azionista ha ricordato che le due aziende hanno parlato più volte: nel 2012, quando poi gli americani preferirono accordarsi con Psa, e all’inizio di quest’anno. «Probabilmente parleranno ancora nel 2017 o nel 2018». La strategia prevede pazienza perché in ballo c’è la nascita della più grande e redditizia casa automobilistica del mondo basata negli Stati Uniti: «Non abbiamo altre trattative in corso, Ford non è interessata alla strategia multibrand. Marchionne vicepresidente di Exor è un riconoscimento per quello che ha fatto, ma anche un modo di averlo vicino per costruire il futuro».

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