L’AQUILA. Vicenda dai contorni offuscati, ancora oggi. Nessuna novità rispetto a quanto già non si sapesse. Nessun accordo transattivo raggiunto tra le parti.
E’ finita così, senza nulla di fatto, la commissione consiliare permanente guidata da Giustino Masciocco che sarebbe dovuta servire a far luce sul lungo e oneroso contenzioso tra Comune e la società Cgrt sulla questione della metropolitana di superficie.
Non una infrastruttura qualunque, (non solo perché mai realizzata) ma la più grande incompiuta che la città abruzzese ricordi.
L'opera ha un costo di 33.569.698 euro di cui 20 circa milioni finanziati dal Ministero e 13 dal privato.
Tanti i problemi emersi già nei primi mesi. Secondo il progetto originario, infatti, la metro di superficie doveva collegare, con 5 chilometri e700 metri di linea, l'ospedale nel quartiere periferico di Coppito fino al centro storico, passando per via Roma. Ma la Sovrintendenza espresse parere negativo sul passaggio in questa strada per un problema legato ad una salita molto ripida ma il sindaco decide di far partire ugualmente i lavori. Un altro no arrivò poi dal ministero per i Beni culturali: via Roma è sottoposta a vincolo monumentale e le norme sulla tutela impongono la salvaguardia rispetto a qualunque intervento che possa creare danni. Problemi anche per la convenzione stipulata dal Comune con il consorzio Cgrt che da avvio ad una procedura di infrazione dell'Unione Europea, rinviato alla Corte di Giustizia.
IL CONTENZIOSO
Nelle scorse settimane la Cgrt, già concessionaria del servizio di trasporto pubblico di massa della Città di L’Aquila, ha inoltrato appello dinanzi al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar dell’Aquila e ha rinnovato la sua istanza di recupero dei costi sostenuti per l’esecuzione dell’opera sino all’atto dell’annullamento ribadendo la sussistenza della giurisdizione amministrativa anche sugli aspetti risarcitori e indennitari, «quali conseguenza diretta della lesione del legittimo affidamento incolpevole della società negli atti di gara formalizzati dal Comune di L’Aquila».
Di certo l’accorto con il Comune non si è trovato per le vie brevi e dunque a decidere dovrà essere un giudice.
Se Masciosso in un comunicato stampa definisce le commissioni e il lavoro svolto «proficuo», leggendo la relazione emerge che nonostante l’impegno profuso ben poco è venuto fuori o è stato risolto. Di sicuro un importante novità c’è: la pubblicazione on line, sul sito internet del Comune, di tutta la documentazione della vicenda. Chi vuole, dunque, può approfondire tutta la storia, scartabellando tra verbali, delibere, sentenze (dal Tar alla Corte di Giustizia europea).
I VERBALI MANCANTI
Non ci sono però tra i documenti messi on line, perché incredibilmente non esistono, i verbali dei recenti incontri in Comune tra amministrazione e società Cgrt finalizzati ad una ipotesi di accordo tra le parti.
Quello che sia accaduto nelle stanze del Comune però resta un mistero, come spiega tra lo stupore Masciocco: «gli incontri, benchè convocati ufficialmente non sono mai stati verbalizzati perciò non sono emerse le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione comunale e la Cgrt ad incontrarsi nella sede del Comune per discutere della vicenda né quale sia stato il tenore dei colloqui».
Che cosa si sono dette le parti? Volevano veramente mediare? Cosa è andato storto?
Nel corso delle audizioni è stato ascoltato anche Eliseo Iannini, legale rappresentante della società. Lui ha ricostruito quanto avvenuto sottolineando che come imprenditore aquilano credeva talmente tanto nella bontà dell’opera che ha percorso tutte le strade possibili per poterla realizzare. Riguardo alla transazione Iannini ha ricordato che la sua società nel 2012 aveva chiesto 14,4 milioni di euro al Comune che rispose picche.
CONSULENZE «INUTILI»
Si sono poi analizzate le consulenze esterne affidate nel corso degli anni a Vincenzo Cerulli Irelli e Donato Carlea per le quali il Comune ha speso 30 mila euro (15 mila ciascuna): «non hanno prodotto alcun beneficio ai fini della risoluzione della vicenda contribuendo a complicare la questione», sentenzia Masciocco.
«Dalla valutazione del Geometra Cafaggi», aveva spiegato anche il vice sindaco Nicola Trifuoggi, «emerge un debito del Comune nei confronti della Cgrt di una somma di circa 6 milioni e 750 mila euro se ben ricordo, dalla relazione del professor Cerulli Irelli emergeva un debito del Comune di oltre 8 milioni, 8 milioni e 300 mila euro, da quella del professor Carlea emergeva un debito di 5 milioni e 2».
Sempre Trifuoggi in audizione aveva definito la relazione di Cerulli Irelli «assolutamente non convincente per quanto riguarda i presupposti», mentre la relazione di Carlea «presentava dei punti oscuri perché c’erano delle cifre che venivano gettate là e non si capiva da dove fossero state prese. Per cui noi abbiamo poi chiesto gratis un supplemento all’Ingegner Carlea chiedendoci di specificare quei punti che non sembravano chiari. I chiarimenti dell’Ingegner Carlea sono stati non chiarimenti, perché siamo rimasti sostanzialmente allo stesso discorso».