LANCIANO Saranno rimossi oltre duemila metri quadrati di amianto dalla copertura del deposito Sangritana di via Del Mancino. L’iniziativa è stata presa dall’ormai vecchia dirigenza dell’azienda frentana, confluita nella nuova società regionale dei trasporti Tua. I lavori sono stati messi a bando e adesso l’officina storica della Sangritana è totalmente circondata dalle impalcature. L’iniziativa è stata presa, spontaneamente, dalla dirigenza (alla guida del Cda, fino a pochi giorni fa, c’era Pasquale Di Nardo), anticipando anche di un paio d’anni la scadenza prescrittiva per dismettere il materiale, che dal 1992 in Italia è fuorilegge. Il deposito di via Del Mancino da decenni portava con sé una potenziale bomba ecologica: poco più di duemila metri quadrati di amianto in pieno centro città, tra le abitazioni e l’area verde dell’ex ippodromo Villa delle Rose. I lavori appaltati, che sono eseguiti dall’impresa Cem di Lanciano, sono solo un primo lotto, che mira a rimuovere circa il 60% della copertura in amianto entro la metà di agosto. Per la fine dell’anno dovrebbe essere rimosso anche il restante 40%. Questo primo intervento ha un costo di 267mila euro, somma che comprende anche la bonifica e la nuova copertura del deposito in materiale tecnologico. Così rinnovata l’officina storica tornerà ad ospitare convegni ed eventi culturali, in attesa che parta il progetto dell’ex Cda per realizzare un archivio storico e il museo dei treni nella vecchia stazione, creando così un polo culturale con la biblioteca comunale Liberatore il complesso museale di Santo Spirito. A pochi passi dal deposito Sangritana, un anno fa la Forestale di Lanciano ha posto sotto sequestro un opificio industriale in largo Del Mancino, per la presenza di eternit contenente amianto, largamente utilizzato nell’archeologia industriale di una volta. Mentre nei mesi scorsi ha tenuto banco, sempre in città, il caso dell’amianto scoperto, dopo un blitz della guardia forestale, nei pavimenti di alcuni reparti della zona vecchia dell’ospedale Renzetti, che ha obbligato la direzione della Asl provinciale a intervenire immediatamente per la sua rimozione.