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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/07/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Multe e favori - «Sospiri irreperibile» la carta che accusa il direttore della Soget. Dopo gli avvisi di garanzia al capogruppo di Forza Italia e all’assessore Mazzocca al vaglio i nomi degli altri 843 politici.

Non solo il capogruppo regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri e l’assessore di Sel Mario Mazzocca nel mirino degli inquirenti per la vicenda Soget relativa ai crediti non riscossi. Continua infatti il lavoro degli investigatori sugli 843 nomi di politici (523 gli abruzzesi) trovati nel computer personale del direttore generale della società Gaetano Monaco, fra i principali indagati nell’inchiesta insieme al responsabile del settore esecutivo, Domenico Ludovico. Nell’elenco: sindaci, consiglieri, assessori abruzzesi e non solo, visto che la Soget opera anche in altre regioni. Tutti cittadini speciali beneficiati con cancellazione dei debiti per multe e bollette, rateizzazioni non dovute e cortesie varie. Tra loro, il primo cittadino di Chieti, Umberto Di Primo, che comunque non figura tra gli indagati. Un elenco che fa tremare la politica regionale e su cui gli investigatori vogliono andare a fondo. Per la difesa di Monaco, in realtà si tratta di «una semplice anagrafe degli amministratori per incrociare i debiti con le indennità aggredibili».
I FUNZIONARI RISCHIANO
Su questo e altro, il direttore generale della Soget sarà ascoltato lunedì, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Maria Carla Sacco. Dopo di lui sarà la volta di Ludovico. Al termine degli interrogatori il giudice dovrà decidere sulla sospensione dal loro incarico, misura cautelare chiesta dal pool di magistrati che si occupano dell’inchiesta, i Pm Gennaro Varone, Annarita Mantini e Mirvana Di Serio. Fra i reati contestati a Monaco figura anche la tentata truffa. Secondo l’accusa, il 19 giugno 2014 avrebbe presentato al Comune di Pescara comunicazione di inesigibilità di alcune cartelle esattoriali a carico di Sospiri per «attestata irreperibilità del debitore». Per gli inquirenti, cosa non vera «per essere Sospiri consigliere della Regione Abruzzo, peraltro in personali rapporti di conoscenza e frequentazione telefonica con Monaco».
Per l’accusa, dunque, in tal modo Monaco avrebbe «indotto il Comune di Pescara a rinunziare alla propria obbligazione tributaria verso Sospiri, con vantaggio per quest’ultimo e danno patrimoniale per l’ente pubblico in misura almeno pari a 963 mila euro».
Sempre nella vicenda Sospiri, il direttore della Soget deve rispondere anche di falso. In una nota di risposta al Comune di Pescara che chiedeva, dopo un’interrogazione del Movimento 5 stelle, informazioni sulla situazione debitoria del capogruppo di Forza Italia, avrebbe «attestato falsamente la presenza di una istanza di rateizzazione asseritamente presentata da Sospiri il 4 dicembre 2014». E a proposito dei cinque Stelle, in una nota, sottolineano che la vicenda «mostra tutti i limiti della politica abruzzese». Gli esponenti del movimento parlano di «partito unico in cui nessuno punta il dito sull’altro, in una tacita tregua rotta solo dal M5S». Intanto Sel, il partito di Mazzocca, esprime «solidarietà e piena fiducia» all’assessore. Silenzio assoluto, ma eloquente, invece da parte di Forza Italia sul caso Sospiri.

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