Un’apertura importante. Dopo un braccio di ferro arrivato all’undicesimo giorno, Ignazio Marino tende una mano ai macchinisti, che da giorni protestano contro Atac nell’ambito delle trattative per il nuovo piano industriale. Il primo cittadino è dovuto scendere in campo personalmente per provare a rimettere a posto la situazione, dopo che il pur vantaggioso accordo sottoscritto mercoledì sera da Cgil, Cisl e Uil era stato totalmente ignorato dal personale viaggiante delle metropolitane. Così, ieri pomeriggio è apparso un videomessaggio sul profilo Facebook del sindaco.
«La nostra amministrazione - ha affermato Marino - deve fare tutti gli sforzi possibili affinché, ad esempio, i pezzi di ricambio arrivino puntualmente e tutti i nostri mezzi, autobus, tram, metropolitane, possano funzionare regolarmente». Ha detto inoltre il sindaco: «Si può raggiungere il successo soltanto se anche tutto il personale di Atac ci accompagna in un abbraccio comune, collettivo di una comunità che vuole riprendere il suo orgoglio. Io credo che in Atac la stragrande maggioranza delle persone siano perbene e vogliano lavorare e far muovere bene la nostra città».
Dopo le dichiarazioni di attacco dei giorni scorsi verso i macchinisti, quelle di ieri rappresentano un dietrofront importante. Il problema, dunque, non sono più i conducenti che non vogliono timbrare, bensì i mezzi fatiscenti su cui viaggiano. Ora, dunque, la palla passa ai macchinisti. Inutile contare sulla mediazione dei tre sindacati confederali, che hanno perso il controllo della situazione. Giovedì sera, le camicie blu si sono incontrate al deposito di Osteria del Curato per un’assemblea alla quale hanno partecipato soltanto le sigle minori: Orsa, Faisa Confail, Sul e Fast. «Intanto vogliamo che i passeggeri viaggino su materiali (treni, ndr) che siano funzionanti - afferma Alessandro Neri, vicesegretario Faisa Confail - Nell’immediato, però, pretendiamo che all’aumento dell’orario di lavoro corrisponda un reale adeguamento salariale, non condizionato da trappole come l’Hera 1».
In pratica, per non far sì che lo straordinario sia indispensabile per il funzionamento minimo dei servizi, Atac vuole inglobare tutto nell’orario ordinario, legando però gli aumenti salariali ad un numero minimo di assenze: in queste vi sono comprese anche quelle retribuite dall’Inps, come le 104. «L’accordo sul piano industriale va rivisto. Altrimenti sarà impossibile tornare alla normalità».
Intanto, come detto, ieri sono proseguiti i disagi sulle linee A e B della metro e sulla Roma-Lido. Frequenze anche di 20-25 minuti sulla metro blu e di oltre un’ora sulla Lido. I macchinisti proseguono a scartare i treni non perfettamente funzionanti e Atac è stata costretta a dirottare gli autisti neoassunti su navette sostitutive. «Dobbiamo attenerci alle regole - aggiunge Neri - anche perché l’azienda ci invia provvedimenti disciplinari quando diamo per buoni convogli difettosi».