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Data: 13/07/2015
Testata giornalistica: Il Tempo
Accordo Atac, decideranno i lavoratori. I sindacati proporranno un referendum. Il dg Micheli incontra i macchinisti singolarmente

Un referendum tra i lavoratori Atac per decidere se approvare o rigettare l’accordo fra i sindacati e l’azienda, parte integrante del piano industriale 2015-2019. Mentre prosegue la protesta che, dal 1 luglio scorso, sta mettendo in ginocchio i trasporti capitolini. Una «applicazione ferrea del regolamento» che anche ieri ha creato notevoli disagi ai romani, specialmente sulla Roma-Lido. E che non accenna ad arrestarsi. Il referendum rappresenta uno spartiacque. La proposta arriva dalla segreteria regionale della Faisa Confail e vi potrebbe confluire quasi tutto il fronte sindacale. Da oggi, infatti, ogni giorno è buono per arrivare alla firma dell’accordo sindacale per il nuovo piano industriale, patto che ripristina le indennità sottratte (quasi 400 euro in media sugli stipendi) ma introdurrebbe il cosiddetto «calcolo Era» sulla produttività. In pratica, la crescita salariale che arriverebbe dagli aumenti delle ore lavorate sarebbe condizionata anche alle assenze per 104 e altri permessi garantiti dall’Inps. Uno dei motivi che più ha fatto imbufalire i macchinisti. Così, la soluzione potrebbe essere quella che già nel marzo scorso portò i dipendenti capitolini a bocciare la pre-intesa sul salario decentrato firmato dal vicesindaco Luigi Nieri. «Siamo disposti a lavorare di più - afferma Alessandro Neri, vicesegretario Faisa Confail - e siamo anche contenti di utilizzare il badge, strumento importante per la nostra sicurezza e per la trasparenza del nostro lavoro. Ma non vogliamo essere presi in giro. Le 104 non si toccano e ad un aumento delle ore deve corrispondere un adeguamento certo dello stipendio. Decideranno i lavoratori se la proposta dell’azienda va bene o no». In questo momento, tra l’altro «non siamo in grado di assicurare gli straordinari, perché questo vorrebbe dire, così come è organizzato il servizio, lavorare anche 12 ore. Tenendo conto che non siamo impiegati d’ufficio».

Intanto, sta cambiando la politica sindacale di Atac. I romani sono provati da quasi due settimane di disservizi su metropolitane e ferrovie concesse e l’azienda non ha la forza per reggere l’urto. Nemmeno arrivando allo scontro con i macchinisti. Dunque, si riprende a trattare. Sabato pomeriggio il video di Ignazio Marino che tende la mano ai conducenti, mentre già da qualche giorno il neo direttore generale Francesco Micheli ha preso l’iniziativa telefonando personalmente, uno per uno, ai macchinisti o addirittura convocandoli nel suo ufficio. L’intenzione del dirigente, uomo di fiducia del sindaco, è di comprendere nel dettaglio le ragioni del personale viaggiante, senza filtri sindacali o strumentalizzazioni. Una tattica che sta funzionando e che potrebbe, perché no, portare alla revisione in extremis dell’accordo.

Nel frattempo, la situazione sulle linee della metropolitana sta diventando insopportabile. Ieri, complice la giornata domenicale, la Metro A è arrivata a una frequenza anche di 10 minuti, mentre in Metro B si è sfiorata la mezz’ora di attesa per Jonio. Disastro sulla Roma-Lido, presa d’assalto dalle persone intenzionate a recarsi in spiaggia: cancellate almeno 10 corse in entrambi i sensi, e un gap fra un treno e l’altro arrivato a toccare anche l’ora.

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