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Data: 13/07/2015
Testata giornalistica: Il Centro
La beffa del 730. Slittano a settembre per circa 60mila abruzzesi: colpa della proroga della scadenza

PESCARA Vacanze "al verde" per circa 60mila abruzzesi: il rimborso Irpef slitta a settembre. Tra le tante novità del Fisco 2015 ce n'è una che farà infuriare molti contribuenti. Circa 60mila cittadini rischiano di andare in ferie (o a questo punto di non andarci affatto) senza il tanto atteso conguaglio in busta paga. Colpa di un decreto del Consiglio dei ministri che ha prorogato al 23 luglio il termine per l'invio dei 730. Una proroga, si badi bene, che non va in aiuto di quei pochi cittadini che hanno scelto la complicata strada del fai-da-te sperimentando le mancanze del nuovo 730 precompilato, ma che invece è rivolta alla stragrande maggioranza dei contribuenti che ha preferito rivolgersi (pagando) agli intermediari abilitati: Caf, commercialisti, consulenti del lavoro. Ebbene, questi ultimi hanno dovuto inviare l'80% dei modelli loro affidati entro ieri, mentre per il restante 20% avranno tempo fino al 23. Una data, quest’ultima, che non consente ai datori di lavoro di contabilizzare il rimborso nella busta di luglio. Di solito i lavoratori dipendenti aspettano in gloria lo stipendio di luglio per pareggiare i conti con l'Agenzia delle entrate e mettere nel "portafoglio vacanze" il gruzzoletto derivante dai cosiddetti "oneri deducibili e detraibili" indicati nei 730: si tratta di rimborsi erogati dal Fisco per spese mediche, interessi del mutuo, investimenti per la ristrutturazione della casa, l'acquisto di mobili e molto altro. Nella maggior parte dei casi il conguaglio porta nelle tasche dei lavoratori diverse centinaia di euro: soldi utili per le vacanze. Quest'anno, però, il rimborso rischia di arrivare a estate conclusa. Con il 730 precompilato l'Agenzia delle entrate aveva già posticipato la tradizionale scadenza per l'invio dei modelli: 7 luglio anziché il 30 maggio. Un ritardo che in ogni caso avrebbe consentito ai lavoratori di vedere i soldi ad agosto. La nuova proroga fa saltare il banco, almeno per quel 20% di contribuenti che vedrà i propri 730 rinviati al 23 luglio. Ma quanti sono i cittadini abruzzesi che si troveranno in questa spiacevole situazione? Lo si può calcolare prendendo in considerazione i dati pubblicati dall'Agenzia delle Entrate. Basti pensare che in soli tre mesi coloro che si sono abilitati richiedendo il Pin, ad aprile erano 44.429 registrando un’impennata di quasi 10mila nuove registrazioni dalle 34.371 di inizio anno, corrispondente ad un incremento percentuale del 30%. Il dato esprime l’interesse crescente del cittadino abruzzese ma moltissimi si sono arresi alle prime difficoltà, rivolgendosi poi agli intermediari. Sì può ragionevolmente stimare che siano poco meno di 60mila gli abruzzesi che vedranno il rimborso Irpef solo a settembre. Colpa di una proroga che ora nessuno sembra aver invocato. «È una misura necessaria, ma dire che sono stati i Caf a richiederla è una semplificazione banale», spiegano ai Caf Cgil, «piuttosto domandiamoci perché l'Inps ha sbagliato una serie di Cud dei pensionati o perché i 730 precompilati erano pieni di errori. Insomma, la colpa di quanto sta accadendo non è certo nostra, tant'è che nonostante queste difficoltà abbiamo inviato entro il 7 luglio il 90% delle dichiarazioni che ci siamo trovati a gestire. Il restante 10% rientra nella categoria dei "730 problematici", quelli per cui ci sono state discordanze tra ciò che risultava all'Agenzia e i certificati forniti dal contribuente. Per questo c'è voluto più tempo. Ma i problemi non sono dipesi da noi». Alla base di tutto sembra esserci anche un'altra novità: con l'introduzione dei 730 precompilati i centri di assistenza fiscale sono chiamati a rispondere di imposte, interessi e sanzioni nel caso in cui un futuro controllo del Fisco ravvisasse un visto infedele sulla dichiarazione. Una novità che ha costretto i Caf a ridiscutere le polizze con le assicurazioni, che ora prevedono premi più alti: «In pratica il governo si è assicurato la riscossione, scaricando il peso di eventuali errori su di noi», spiegano ai Caf: «Prima il Fisco andava a cercare il cittadino mentre ora bussa alla porta dei Caf. Poi saremo noi a doverci rifare sul "contribuente doloso". Con quali mezzi, però, ancora non è chiaro».

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