BUSSI. Un po’ frasi di circostanza prevedibili, un po’ dichiarazione di intenti. La visita del presidente della Camera Laura Boldrini è servita soprattutto per rendere ufficiale le garanzie del Governo che la bonifica si farà e sarà pagata con soldi pubblici.
E’ questo l’esito già chiaro ed emerso negli anni scorsi che contrasterebbe le direttive europee che prescrivono che «chi inquina paga». Nel caso di Bussi nonostante un processo anomalo, chiacchierato e sotto inchiesta, la sentenza -assolvendo i 19 imputati- ha però accertato il disastro colposo che aprirebbe comunque le porte ad un risarcimento danni a favore dello Stato. Nessuno al momento però sembra intenzionato a chiederli qui danni alla Montedison (Edison di oggi) e la politica non sembra sollecitare il governo in questo senso.
Pare però prevalere nella classe politica la filosofia dell’ex ministro e avvocato nel processo Bussi Paola Severino che aveva chiaramente parlato di «imputati capri espiatori» e che dunque le bonifiche dovevano essere «a carico dello Stato».
Dopo i novanta minuti nella discarica dei veleni di Bussi e tra i giovani della cooperativa "Il Bosso" alla foce del fiume Tirino, la presidente della Camera, Laura Boldrini, accompagnata dall'assessore all'Ambiente Mario Mazzocca, dal sindaco di Bussi Salvatore Lagatta e dal direttore tecnico dell'Arta Giovanni Damiani, ha confermato più volte questo.
Ha visitato la discarica Tre Monti e voluto conoscere tutte le vicende che hanno accompagnato la storia della discarica dei veleni e le problematiche ancora in essere. Laura Boldrini ha parlato di «deficit decisionale da parte di tutti», sottolineando che le esigenze legate «alla messa in sicurezza della discarica non possono essere più procrastinate, nonostante siano passati otto anni dalla scoperta del sito inquinato». In questo senso, la Presidente della Camera ha confermato il «suo personale impegno per sollecitare il Governo e chiedere la convocazione delle commissioni parlamentari competenti in materia».
«Prometto di impegnarmi, di portare le vostre istanze nelle sedi che contano, ma voi promettetemi una cosa: continuate ad alzare la voce, fatevi rispettare», ha detto la presidente della Camera, Boldrini, alla folta rappresentanza di cittadini di Bussi sul Tirino che le chiedevano di lavorare per bonificare la megadiscarica dei veleni ex Montedison. «Ma voi continuate a metterci la faccia perché non basta solo andare a votare per manifestare una cittadinanza attiva», ha concluso Boldrini.
«Qui c'è un' area commissariata sottratta alle procedure di legge esistenti. È come se fosse un sito militare. C'è un chiaro deficit di democrazia». Queste le parole con cui Giovanni Damiani, direttore tecnico dell'Arta.
Insomma, un'attenzione politica sulla discarica di Bussi che questa volta porta la firma della terza carica dello Stato.
Ma la messa in sicurezza e la reindustrializzazione del sito produttivo sono state al centro delle attenzioni dell'assessore Mario Mazzocca e del sindaco di Bussi Salvatore Lagatta.
«La conferenza dei servizi del mese scorso che ha approvato il progetto di bonifica e della messa in sicurezza della parte alta della discarica - ha detto Mario Mazzocca - rappresenta un importante passo in avanti per il completo recupero del territorio. Ora è necessario passare quanto prima alla fase operativa individuando il soggetto che materialmente dovrà eseguire il progetto approvato».
Rimane fuori la discarica Tre Monti, sulla quale sono stati fatti lavori parziali di messa in sicurezza, come ha ricordato il direttore tecnico dell'Arta Damiani alla presidente della Camera, e comunque non in grado di rispondere a tutti i requisiti di sicurezza e tutela delle falde acquifere. Proprio sulla discarica Tre Monti il sindaco di Bussi ha chiesto un intervento immediato, in grado di rimuovere tutti gli agenti inquinanti presenti nella discarica e «facilmente individuabili grazie ad una mappa del 1971 che indica tutte le zone nelle quali sono state interrate le sostanze inquinanti».
«Tutti noi sappiamo che Bussi rappresenta un'emergenza nazionale e regionale», ha detto Mazzocca, «ma l'aiuto concreto delle più alte cariche dello Stato può agevolare la difficile opera di recupero e reindustrializzazione dell'intera area. Per il momento - prosegue Mazzocca - partiamo dal punto fermo del progetto approvato un mese fa in Conferenza dei servizi per la parte alta della discarica con una disposizione finanziaria di 50 milioni di euro provenienti dai fondi per la ricostruzione. Il giorno dopo dobbiamo invece iniziare a ragionare su come far diventare questa situazione una reale opportunità di rilancio dell'area di Bussi e dell'intera Val Pescara».
Sulla messa in sicurezza della discarica Tre Monti, l'assessore Mazzocca ha precisato che «la soluzione prospettata dal sindaco è percorribile, ma è necessario guardare avanti in chiave prospettica. Cioè fare un ulteriore passo in avanti e vedere che cosa fare di quell'area e verificare se ci sono possibilità di sviluppo sostenibili sia ambientalmente che economicamente. Ci sono delle idee che sono in fase di elaborazione - conclude l'assessore all'Ambiente - che nelle prossime settimane esamineremo con altri pezzi della comunità, il sindaco e la città di Bussi».