L’AQUILA I primi ad arrendersi sono stati quelli dei punti nascita, un pugno di manifestanti in verità, provenienti perlopiú da Ortona e con bimbi al seguito. Poi pian piano sono andati via gli ambientalisti che hanno ricevuto rassicurazioni sul ritiro della discussione della legge sui fiumi e ancora i dipendenti del Cotir e persino i portaborse, perché insomma loro non hanno certo gli stipendi dei consiglieri. Si è fatto notte nell’aula dell’Emiciclo, rimasta vuota fino a tarda sera. Il consiglio che doveva riunirsi alle 11 di ieri mattina non ha suonato neanche l’inno nazionale: rinviato prima alle 15, poi alle 18, poi alle 20 e ancora alle 22. «Ci scusiamo -ha spiegato il presidente Giuseppe Di Pangrazio- ma sono in riunione tre commissioni bloccate sul futuro di Abruzzo Engineering, una questione molto delicata, che richiede molta attenzione e per la quale stiamo cercando la migliore soluzione».
Oltre sei ore in commissione Politiche europee per licenziare alla fine un parere positivo (con l’astensione del centrodestra e il voto contrario dei Cinquestelle) al progetto di legge che prevede un intervento finanziario straordinario per il salvataggio della società: cinque milioni di euro per acquisire le quote di Selex e chiudere la causa da 30 milioni di euro di risarcimento: «Sarà la giunta regionale a sottoscrivere l’accordo e non più il consiglio -spiega il presidente di commissione Luciano Monticelli, tra quelli più titubanti nella maggioranza- l’accordo sarà finalizzato all’acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di Abruzzo Engineering, fino al raggiungimento di una quota pari al 90% del capitale sociale. La giunta però -aggiunge Monticelli mettendo il dito nella piaga- si occupi anche di altre realtà aziendali in crisi, come Ciapi, Cotir, Arit e Mario Negri Sud».
TEMI DELICATI
«Si è bloccato un consiglio regionale importantissimo, con temi delicati come la revisione dei costi della politica -denunciano i Cinquestelle che speravano con un apposito disegno di legge di togliere metà degli stipendi ai consiglieri- per rimediare, si fa per dire, con poche ore di commissione a dieci anni di mala gestione di un’azienda che rappresenta a pieno tutto il clientelismo di cui questa Regione è malata da troppo tempo». «Un carrozzone -lo definisce il centrodestra- che si tenta di salvare con un goffo tentativo, con una maggioranza che non riesce a trovare la quadra». Non per niente la discussione si accende anche nella prima commissione, quella Bilancio, sospesa e ripresa alla ricerca di consensi e convergenze ad un’operazione che potrebbe rappresentare un precedente pericoloso per la Regione. «Cosa dovremmo dire a tutti i cittadini che sono assunti in aziende private o partecipate -continua il M5S- che la Regione non è corsa di fretta ad aiutare?».