Proprio nel momento in cui la questione della transazione sembrava giunta al capolinea (dopo la chiusura a transare esternata dal vice sindaco Nicola Trifuoggi in commissione Bilancio), a rimettere tutto in ballo per la metro è ora una sentenza delle sezioni unite della Cassazione civile del 26 maggio, la 10.798. In sintesi, i giudici stabiliscono, in un caso analogo a quello della metropolitana, che la ditta esecutrice può essere indennizzata a prescindere dall'«utilitas», ossia dalla possibilità del reale utilizzo dell'opera. Un vero asso nella manica sia per i superstiti tifosi di una transazione con Cgrt all'interno del Comune, sia per gli avvocati Claudio Verini e Massimo Manieri (legali di Eliseo Iannini) che si apprestano a notificare una nuova citazione al tribunale civile, con la richiesta di indennizzo che sembra essere lievitata a circa 13 milioni di euro. Una somma ingente a fronte di una transazione che stava per chiedersi a poco più di 6 milioni.
«Questa sentenza è importante perché modifica l'orientamento della giurisprudenza -spiega Verini- secondo il quale ai fini del riconoscimento dell'indennizzo per l'indebito arricchimento si riteneva necessario che la pubblica amministrazione avesse ottenuto l'utilità dell'opera. Ora la Cassazione ha eliminato il requisito di utilità affermando che la richiesta di indennizzo per ingiustificato arricchimento può essere accolta in presenza degli altri presupposti anche se l'intervento del privato non abbia rappresentato alcuna utilità per l'amministrazione. Questo non significa che Iannini prenderà i soldi, ma solo che, nel valutare la questione in punto di diritto, prima si doveva verificare l'utilitas, ora non è più necessario». Dunque anche in mancanza di utilitas è applicabile l'istituto dell'ingiustificato arricchimento. Il caso è analogo a quello della metro; riguarda lavori eseguiti senza contratto da una ditta di Reggio Calabria nell'ambito della manutenzione ordinaria di edifici scolatici. Nel caso specifico si tratta di lavori eseguiti senza contratto, nel caso della metro invece si è dinanzi ad un contratto annullato dalla Corte di giustizia europea. La cassazione dunque ha cassato la sentenza della Corte d'Appello rimettendo gli atti ad altro giudice.
Tutto, dunque, può ancora accadere sul complesso caso della metropolitana incompiuta. Dopo la serie di sedute della commissione Bilancio dedicata alla complessa vicenda, l'ultima parola toccherà a breve al Consiglio comunale che dovrà dare istruzioni al sindaco Cialente: transare oppure attendere che la giustizia faccia il suo corso.