Atac licenzia in tronco 4 macchinisti. Dopo i disagi dei giorni scorsi sulla metropolitana – causata dall'ostruzionismo dei conducenti contro l'entrata in vigore della timbratura elettronica del cartellino dal 1 luglio – l'azienda municipalizzata dei trasporti ha deciso di applicare per 4 dipendenti del settore metro-ferro l'articolo 46 del Decreto sui trasporti del 1931, quello che prevede la sospensione immediata dal servizio e dalla retribuzione e quindi il licenziamento. Si tratta di lavoratori che negli ultimi anni hanno accumulato una lunga serie di richiami disciplinari, tra violazioni dei permessi per malattia, comportamenti scorretti in servizio, abusi della legge 104 (per assistere familiari disabili).
RIFIUTO DEL BADGE
Per almeno un dipendente (macchinista della Roma-Giardinetti e sindacalista) l'allontanamento sarebbe stato causato anche dalla decisione di non timbrare il cartellino elettronico all'inizio e alla fine del turno, come previsto dal primo step della riforma del contratto decentrato avviata dai vertici dell'Atac che prevede anche, a partire dal 1 agosto, la cancellazione di una parte dei salari accessori che prima venivano distribuiti a pioggia e che invece ora verranno legati alla produttività e soprattutto l'aumento delle ore di guida dei conducenti, per portarle dalle attuali 736 ore medie annue alle 950 richieste dal sindaco Marino per avvicinare Roma a Milano e Napoli.
Contro la riforma, nonostante l'accordo sindacale raggiunto con Cgil, Cisl e Uil, continua lo sciopero bianco dei macchinisti. Gli effetti si sono visti subito: tempi di attesa record fino a 40 minuti, banchine stracolme e corse cancellate. A mettere il rallentatore alla metropolitana, secondo l'inchiesta interna avviata da Atac, sarebbe il boom di treni che, a inizio corsa, vengono dichiarati guasti dai macchinisti durante le manovre di prova. Da quando, il 1 luglio, è entrato in vigore l'obbligo di timbrare il cartellino, i convogli «scartati» per malfunzionamenti sono triplicati rispetto a giugno, addirittura quadruplicati rispetto a luglio del 2014. Per gli ispettori aziendali si tratta di un'anomalia non casuale, generata dalla volontà di alcuni conducenti di causare disagi per costringere Atac a scendere a patti e cancellare le nuove misure di controllo elettronico della presenza in servizio.
LINEA DURA
L'azienda però ha scelto la linea dura. Prima dei 4 licenziamenti, due giorni fa sono stati ufficialmente messi sotto procedimento disciplinare 10 macchinisti, accusati di interruzione di pubblico servizio, un'ipotesi che potrebbe portare anche al licenziamento. L'azienda dei trasporti ha presentato anche un esposto in Procura, che si aggiunge a quello dei consumatori.
Un’indagine parallela l’ha avviata anche il Garante per gli scioperi, che ieri ha rimandato a venerdì prossimo alle 10 il confronto tra Atac e macchinisti per cercare una soluzione «al grave conflitto che da mesi paralizza l'arteria principale del trasporto pubblico romano».