ROMA Nonostante le furenti proteste di studenti e insegnanti, la riforma della scuola è legge. L’ultima formalità è arrivata ieri: la firma del presidente Mattarella, che ha siglato in tempi strettissimi il provvedimento fortemente voluto dal governo Renzi. Dall’approvazione alla Camera, infatti, sono passati appena 7 giorni dei 30 previsti dalla Costituzione. Ma la corsa contro il tempo non finisce qui: è già sicuro che almeno la metà dei 102mila precari per cui è prevista l’assunzione non saranno in cattedra per l’inizio dell’anno scolastico. Un problema che rischia di passare in secondo piano di fronte alla più stringente attualità, ovvero i ritardi nell’erogazione da parte dell’Inps delle indennità di disoccupazione previste dal jobs act, già in vigore dal 1° maggio 2015. Una palude in cui rischiano di rimanere invischiati proprio i precari: tanto i saltuari, quanto quelli assunti il 1° settembre e licenziati il 30 giugno, per cui il sussidio rappresenta l’unica fonte di reddito possibile durante il periodo estivo. «Solo nella scuola - ha denunciato il sindacato Anief - il problema dei ritardi di assegnazione dell’indennità Naspi (acronimo di Nuova assicurazione sociale per l’impiego) penalizzerà almeno 200mila docenti precari (120mila annuali e gli altri temporanei), che nel periodo primaverile chiedono ogni anno le indennità per i giorni di mancato lavoro. E poi ci sono i precari di tutti gli altri comparti». Marcello Pacifico, presidente Anief, ha annunciato battaglia: «Abbiamo deciso che è giunto il momento di chiedere il conto di quello che sta accadendo: invieremo una diffida agli enti competenti e vigileremo sulle tempistiche di erogazione dei pagamenti». Una questione che dovrebbe essere già risolta secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che al Senato ha risposto con un laconico «nessun problema» a chi gli chiedeva di possibili complicazioni su risorse e procedure per lo sblocco dei pagamenti. Da ieri, in teoria, dovrebbe essere tutto in ordine, almeno per chi possiede i requisiti basilari: tredici settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei 4 anni dall’inizio del periodo senza lavoro e 30 giorni lavorati nei dodici mesi precedenti. Non è così per l’Anief. «Noi abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni. In ogni caso i pagamenti di quelli che hanno inoltrato la domanda per la Naspi il 1° maggio, posso dirlo al 100%, non si sbloccheranno prima di inizio settembre», spiega Giovanni Manitta. Due i motivi per cui l’Anief prefigura un’intera estate all’asciutto per i precari della scuola. «L’Inps - chiarisce Manitta - non ha ancora rilasciato la versione ufficiale del sistema di calcolo della disoccupazione e gli uffici in questo periodo iniziano a svuotarsi per le ferie. È un Paese in stallo, soprattutto per quanto riguarda il precariato nella Pa».