L'AQUILA Un applauso liberatorio e abbracci fra colleghi e familiari dei dipendenti di Abruzzo Engineering, quando si è dato il via al voto - dopo oltre 24 ore di no-stop di lavori in aula - e poi tutti con lo sguardo rivolto verso il tabellone elettronico (che per qualche istante non ha funzionato) quando è stato il momento del voto. E' passato con 18 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astensioni alle 11,45 di ieri il provvedimento che salva la società partecipata al 60% dalla Regione, al 30% da Finmeccanica (attraverso Selex) e al 10% dalla Provincia dell’Aquila, voluta dall'ex presidente della giunta Ottaviano Del Turco, per eliminare il “digital divide” nelle aree interne. Un progetto mai portato a termine. La società, messa in liquidazione dalla precedente giunta di centrodestra, adesso è salva. La legge regionale, proposta dal consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci, prevede l’ impegno della Regione per 6 milioni di euro, ripartito sui bilanci 2015 e 2016. Le somme serviranno, oltre alla definizione della revoca delle procedure di liquidazione, all'acquisto del 30% del capitale Selex, che porterà la partecipazione regionale al 90%. «Un successo per la Regione», lo ritiene il vicepresidente della giunta e l'assessore alle Attività produttive Giovanni Lolli: perché? «La salvezza di Abruzzo engineering è la salvezza della Regione. L’abbiamo trovata con un debito di 35 milioni che avrebbe scaricato sul bilancio un colpo mortale, sulla base di procedure giuridiche aperte da Selex e dalla società stessa e contro le quali la Regione avrebbe perso di sicuro». Salvezza anche di posti di lavoro? «Certo. Sono circa 185 persone, professionalità altissime. Molte di loro hanno avuto un ruolo importante nella ricostruzione, evidente in queste settimane quando, con la loro mancanza, il processo di ricostruzione ha sofferto». Che assetto avrà la società? «Sarà una società in house (pubblica, ndr), con un preciso piano industriale. Per metà si occuperà di ricostruzione, per il restante di una serie di attività fornite dalla Regione che non ci costano niente; ad esempio, legate all'ambiente e al demanio idrico, al Genio civile e alla Protezione civile». Le opposizioni la ritengono sempre un "carrozzone". «Il dibattito in aula è stato, però, un vero confronto politico. Le opposizioni hanno sollevato dubbi legittimi che hanno aiutato anche me a capire molte cose. Abruzzo Engineering non deve costare ulteriori esborsi. Abbiamo approvato un emendamento secondo cui la società non dovrà mai più ricevere finanziamenti regionali e pubblici, ma lavorare soltanto su commesse». Ora tocca alle altre vertenze urgenti? «Ciapi e Mario Negri Sud sono due realtà che sto seguendo direttamente, ma ce ne sono ancora altre, come il Cotir. Informeremo il consiglio regionale delle prossime scadenze affinché ci dia una mano. Ci batteremo finché ci sarà anche un solo lavoratore che rischia il posto di lavoro. Senza pesare sulle case regionali».
«Con il voto di oggi l’Abruzzo torna al passato»: è lapidario il commento dell'ex presidente della Regione Gianni Chiodi, al termine della lunga seduta del consiglio regionale che ha visto l’approvazione a maggioranza della legge salva-Abruzzo Engineering. «Si è tornati a utilizzare i soldi degli abruzzesi per la sanità privata e per i carrozzoni. Esattamente il contrario di quello che noi abbiamo cercato di fare negli anni passati, quando eravamo al governo. Si è deciso di non abbassare le tasse per finanziare carrozzoni e di questo siamo profondamente costernati. Inoltre», aggiunge Chiodi, «ci sono altre situazioni simili di altri enti che versano in situazioni di difficoltà, mentre in Consiglio si è deciso di riaprire una sola di queste realtà, che costerà agli abruzzesi circa 7 milioni».