È stato un venerdì nero, ieri, per il trasporto pubblico della Capitale: dalle linea A e B alla Roma-Lido, il bollettino parla di ritardi, disagi e malori che hanno messo ko mezza città. Inferociti dopo lo stop di due treni, con un mezzo fermo per decine di minuti tra le fermate di Acilia e Casal Bernocchi sotto il sole cocente, i pendolari del litorale hanno addirittura preso a sassate un macchinista che si è chiuso all’interno di un vagone per sfuggire al linciaggio. Sulla “A” tra le fermate di Repubblica e Re di Roma, i treni hanno proceduto a velocità ridotta per i lavori. Termini, nodo di scambio tra le due linee undeground della capitale, è stato teatro di assembramenti inusuali. Anche qui un viaggiatore ha aggredito prima verbalmente e poi fisicamente un macchinista e un vigilante. Non è andata meglio sulla linea B, bloccata per pochi minuti dopo l’occupazione lampo dei binari da parte dei pendolari della Roma-Lido rimasti bloccati a Magliana. Sono dovuti intervenire i blindati del reparto mobile per placare gli animi. Conseguenze dello “sciopero bianco” che sta andando avanti da settimane. Dal primo luglio, da quando i macchinisti continuano a rifiutare più treni di quanti facessero in passato.
Sulla Roma-Lido, i cui binari erano stati già occupati per protesta martedì sera a Porta San Paolo, e ieri a Vitinia, poco dopo le 14, un treno si è bloccato per guasto. I più esasperati hanno aggredito il macchinista. Contro di lui, una vera e propria sassaiola. La cabina è stata colpita ripetutamente e il treno è stato messo fuori uso. I carabinieri (al loro vaglio le immagini delle telecamere per risalire ai più facinorosi) hanno dirottato tutti su un altro binario perché fossero “caricati” su un Caf in arrivo.
Tra Casal Bernocchi e Acilia il caos: l’aria condizionata è in tilt e il caldo arroventava anche le lamiere. Pare che un utente sia stato costretto a fare leva sul freno d’emergenza per un malore e abbia aperto le porte in corsa. Il treno è rimasto fermo e molti, in preda al panico, sono scesi sui binari e si sono avventurati a piedi verso la stazione, attraversando anche il tunnel. I vigili del fuoco insieme alla protezione civile e alla polizia hanno dato la loro assistenza. Qualcun altro è riuscito ad arrivare sull’Ostiense e sulla via del Mare, dove però le navette hanno faticato ad arrivare.
«Nessuno ci diceva cosa fare, nessun avviso. Eravamo abbandonati», racconta un utente disperato. «Mio figlio - spiega Amedeo Paglia, presidente dell’associazione territorio gente in movimento - ci ha messo un’ora per raggiungere Roma da Firenze, mentre per arrivare da Acilia a Lido Centro ci ha impiegato quasi due ore e mezza. Una vergogna». «Aspettano che ci scappi il morto - dice un’altra utente della ferrovia - è assurdo».
LA PAURA
«Ho paura per la mia incolumità e per quella dei miei colleghi - lo sfogo sui social di Valentina, una macchinista - mi piacerebbe poter svolgere il mio lavoro con dignità e fierezza». Il Codacons invita i viaggiatori a chiedere il risarcimento dei danni subiti. In serata sul caso Roma-Lido è intervenuto con forza anche il sindaco Ignazio Marino attraverso un video postato su Facebook. E ha lanciato un ultimatum: «In queste ore, su mio mandato, il dg dell’Atac insieme alle forze che rappresentano i lavoratori sta per concludere un accordo importantissimo che porterà i macchinisti delle metro, ad esempio, a lavorare duecento ore in più all’anno, a migliori servizi e maggiore efficienze - ha detto il primo cittadino -. Ciò che è accaduto nelle ultime settimane è inaccettabile. Io mi auguro che questo accordo venga concluso o dovrò per forza immaginare nuovi assetti aziendali anche coinvolgendo i privati». Intanto Michele Meta, deputato Pd, ha chiesto con urgenza audizioni sulla Roma-Lido.