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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/07/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Per lui niente lutto cittadino ma lo meritava. La sinistra (Raimondi) lo ha chiesto, il sindaco Di Primio che gli fu vice ha deciso di non proclamarlo

CHIETI Nella città che proclamò il lutto cittadino per la morte di Gaspari, l’uomo che con le sue denunce fece crollare il gasparimo non merita lo stesso omaggio. Niente lutto cittadino per Nicola Cucullo, morto nello stesso giorno di Gaspari e Borsellino, anche se a chiederlo è il leader dell’Altra Chieti, Enrico Raimondi, che riconosce all’avversario politico d’altri tempi l’eccezionale ruolo di oppositore contro il nemico della buona politica, contro il malaffare e le tangenti. Ma non merita Nicolino lo stesso trattamento di Gaspari. Il sindaco Umberto Di Primio, che di Cucullo è stato vice, ha disposto per questa mattina l’esposizione della salma nella sala consiliare della Provincia dove ora, nello scranno più alto, siede quel Liberato Aceto che lo sfiduciò insieme ad altri della maggioranza. E dove c’è ancora quella politica figlia dei mulini a vento che Cucullo ha combattuto per una vita. Ma anche Andrea Buracchio gli renderà omaggio, come ha saputo fare la sinistra, come faranno quelli che gli sono stati accanto fino all’ultimo, primi fra tutti Luigi Leonzio, Enrico Bucci, Tonino Salvatore o l’ortonese Gianni Carusi. E come farà Di Primio che, dopo anni di silenzio, l’ha salutato per l’ultima volta due mesi fa. «Fuori dalla camera ardente di Nino Sospiri mi disse: “Mannaggia a questo mondo, è morto troppo giovane Nino”. La frase di per sé era quasi banale ma me la disse con una tale dolcezza che il suono della voce mi è rimasto impresso nella mente ancora oggi, dieci anni dopo. Oggi è morto Nicola Cucullo ed io domani onorerò con tutto il cuore questo lutto. Ai quelli che banalizzeranno la sua memoria con il solito fare, è morto un fascista, voglio solo ricordare che è morto un grande Italiano e un grande abruzzese», sono le parole di Lorenzo Sospiri che abbiamo scelto, tra centinaia di messaggi, belli come quello di Geremia Mancini («E’ stato capace di restituire credibilità alla sua città in un momento di drammatica caduta morale») perché danno l’idea dell’umanità di Cucullo. «E’ la Madonna che oggi ti ha fatto venire», ripeteva Cucullo a chi l’andava a trovare. Il vecchio leone è morto solo.

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