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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/07/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Atac, treni e mezzi sabotati durante lo sciopero bianco» Alcuni guasti segnalati dai macchinisti sono «inesistenti o causati dai dipendenti».

L’inchiesta interna dell’azienda punta il dito sul record di malfunzionamenti.
IL CASO

Spunta l’ipotesi del sabotaggio nell’inchiesta di Atac sui disagi in metro. Alcuni guasti segnalati dai macchinisti per rimandare i treni in deposito e rallentare le corse non solo sarebbero risultati inconsistenti, ma in alcuni casi, secondo una delle piste seguite dagli ispettori aziendali, sarebbero addirittura stati causati dagli stessi dipendenti. Una vera e propria manomissione, con l’obiettivo di aumentare il più possibile i tempi di attesa sulle banchine.
L’ANOMALIA
L’inchiesta interna dell’azienda dei trasporti si sta concentrando sul numero record di «malfunzionamenti» che sono stati segnalati dai macchinisti a partire dal 1 luglio, quando è entrato in vigore, anche per i conducenti dei treni, l’obbligo di timbrare il cartellino con un badge elettronico a inizio e fine turno. Una misura indigesta per i conducenti che, da quel momento in poi, hanno iniziato uno sciopero bianco per rallentare il servizio e costringere i vertici di Atac a ritirare la riforma, che comprende anche una sforbiciata ai bonus che prima finivano in automatico nelle busta paga dei dipendenti e che ora invece saranno legati alla produttività e all’effettiva presenza in servizio.
La rivolta dei macchinisti passa da un’escamotage che viene messo in atto subito prima di iniziare la corsa, quando i conducenti effettuano alcune manovre di prova per testare il corretto funzionamento dei treni. Da regolamento, se vengono ravvisati problemi, il convoglio deve tornare in deposito per essere riparato. A partire dal 1 luglio i treni «scartati» per malfunzionamenti sono aumentati del 200% rispetto a quelli mandati in rimessa nel mese di giugno. Si è registrato addirittura un + 300% rispetto alle prime tre settimane di luglio 2014.
LE INDAGINI
Per dichiarare un mezzo «guasto» e rimandarlo in deposito basta una spia spenta in cabina o la suoneria di un'allarme giudicata troppo bassa. I convogli di cui dispone la municipalizzata dei trasporti sono, in molti casi, degli anni ’90, trovare un difetto non è difficile. Alcuni macchinisti però avrebbero esagerato. I controlli interni infatti hanno fatto emergere segnalazioni di difetti inesistenti. In alcuni casi addirittura sarebbero stati rimandati in deposito treni che fino a poche ore prima risultavano perfettamente funzionanti. Da qui l’ipotesi di una serie di manomissioni ad hoc messe in atto dai dipendenti.
Ecco perché sono in arrivo nuovi provvedimenti disciplinari. Lunedì scorso dalla sede centrale di via Prenestina sono partite le prime contestazioni contro 10 dipendenti, accusati di interruzione di pubblico servizio. Nei prossimi giorni sono attese nuove lettere. Per combattere lo sciopero bianco Atac ha scelto la linea dura.
IL REFERENDUM
Anche perché la protesta dei macchinisti non accenna a diminuire. Anche ieri per i passeggeri delle linee A, B e Roma-Lido è stata l’ennesima giornata di passione. A poco sembra servito l’accordo firmato due giorni fa dall’azienda con i sindacati confederali e che a settembre verrà sottoposto a referendum. Secondo i vertici della municipalizzata è impensabile arrivare a questo appuntamento con un altro mese di ritardi record. Gli utenti sono già esasperati, la protesta deve rientrare.
IL VERTICE
Per raggiungere l’obiettivo è in campo anche l’Autorità garante sugli scioperi, che proprio oggi riunirà nella sede di piazza del Gesù i rappresentanti dell’azienda e i sindacati, comprese le sigle minori che restano ostili all’accordo e che, per il momento, non vogliono abbassare le barricate

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