L’AQUILA Altro che Settimana Enigmistica! Altro che definizione su un cruciverba che fa sorridere e scatena le battute di quanti affollano il web: la situazione dell’Aeroporto dell’Aquila, altrimenti noto come scalo dei Parchi «Giuliana Tamburro», è più grave di quanto si pensi. Tanto che l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha ritenuto, con una sua nota inviata ieri, di «dover fornire alcune precisazioni in merito all’operatività» appunto dopo che è venuta fuori la notizia della presenza, in un cruciverba pubblicato all’interno del popolare settimanale di enigmistica, di una definizione che parla proprio dello scalo aquilano. Ebbene, fa notare l’Enac, l’aeroporto è «aperto al solo traffico di aviazione generale che comprende, tra l’altro, voli privati, attività amatoriali, scuole volo, lavoro aereo, aerotaxi, volo da diporto e sportivo etc, e rimane tuttora chiuso al traffico commerciale, per il quale resta valido il provvedimento di chiusura». Un’ulteriore mazzata sul progetto di rilancio del Comune dell’Aquila, di cui il sindaco, Massimo Cialente è stato primo alfiere, per trasformare il vecchio Aeroclub cittadino in un impianto commerciale, seppure a gestione privata, affidata alla società calabrese Xpress. «Nell’aprile di quest’anno, infatti -prosegue poi la nota di precisazione- l’Enac ha disposto la revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di aviazione commerciale presso l'aeroporto dell'Aquila, con la relativa chiusura a questa tipologia di traffico, in assenza di attività significative, e con carattere di ripetitività, di trasporto aereo commerciale sullo scalo».
CAPACITA’ ATTRATTIVA Consueguenza diretta delle contestazioni ripetute dagli «ultracritici» come il consigliere comunale Ettore Di Cesare, che erano stati additati come «gufi» da chi, invece, all’aeroporto ci crede: L’Aquila non ha una capacità attrattiva sufficiente per far reggere inpiedi un suo scalo, e poi la struttura deve fare i conti con le inchieste giudiziarie sulle modalità di aggiudicazione della gara per la gestione, sui lavori di ampliamento della pista, riempita con macerie irregolari, e infine sui finanziamenti ricevuti. E con il sospetto che si voglia realizzare piuttosto un nuovo spazio commerciale in quella zona con la scusa dello scalo aeroportuale.