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Data: 23/07/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
L’assessore Paolucci: «nessun pericolo scioglimento del consiglio regionale». Ma le colpe sono gravi e spalmate nel tempo. Allarmi ignorati sempre

ABRUZZO. «Non ci sarà alcuno scioglimento del consiglio regionale n seguito alla pronuncia della Corte dei Conti. Abbiamo già fatto molto per porvi rimedio e stiamo ancora lavorando per scongiurare definitivamente la possibilità».

In merito alle osservazioni a carico della Regione che la Corte dei Conti – Sezione di Controllo per l’Abruzzo ha formulato il 17 luglio scorso- l’assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci è sicuro che non vi sarà alcun intervento del governo e che l’amministrazione regionale non è in pericolo.

«Ferma restando la consapevolezza delle difficoltà della Regione a perseguire l’allineamento del ciclo di programmazione finanziaria, derivante in grandissima parte dai ritardi accumulati negli anni passati», dice Paolucci, «l'attuale Giunta regionale ha raggiunto l’importante obiettivo di approvare il riaccertamento dei residui al 31.12.2013. La deliberazione (n. 546) è stata assunta il 26 giugno scorso ed è in fase di trasmissione alla Corte dei Conti».

In realtà la delibera di cui parla l’assessore è la 549 che riportiamo integralmente qui sotto dove è possibile leggere le specifiche nel dettaglio con tutti gli allegati.

L’approvazione del riaccertamento dei residui costituisce l’atto propedeutico per il completamento della procedura inerente l’approvazione del disegno di legge regionale relativo al rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2013 che la Giunta dovrà approvare a breve.

Paolucci tiene a precisare poi che « Alcuni elementi evidenziati dalla Corte dei Conti costituiscono ostacoli già superati dalla Regione ed altri sono in fase di superamento. Resta ovviamente da lavorare ancora per poter delineare organizzazione e procedimenti idonei per superare tutte le altre criticità evidenziate dalla Corte. Ad ogni buon conto – chiosa l’assessore – è il cas‎o di ribadire che la Regione Abruzzo, anche in considerazione del quadro nazionale e nel contesto delle altre Regioni, ha messo in campo un'azione di forte risanamento dei conti sia per quanto riguarda il bilancio sia per quanto riguarda la sanità e che, in virtù dei dispositivi normativi del decreto sugli enti territoriali (cui il governo regionale ha dato un contributo importante), l'ammortamento del disavanzo - che verrà definito con precisione - sarà sostenibile».
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Ma la relazione della Corte dei conti è occasione troppo “ghiotta” per lanciare anatemi da parte delle opposizioni che si sono scatenate in un florilegio di dichiarazioni.

GLI ALLARMI IGNORATI:«ARTIFIZI PER ALIMENTARE RUBERIE»

In molti negli anni passati avevano già segnalato il problema non sortendo alcun effetto né reazione.

Come nel caso dell’ex consigiere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo, che ricorda come per anni abbia sollevato il problema.

«Nell'estate del 2012 denunciai che mancavano all'appello i consuntivi 2009, 2010, 2011. Nel 2013 feci l'ennesima interrogazione», dice Acerbo, «il trucchetto di non approvare i consuntivi è di lunga data alla Regione Abruzzo e la responsabilità ampiamente bipartisan quindi consiglierei all'attuale opposizione di centrodestra di non fare demagogia. In sintesi si era sempre in ritardo di due-tre anni con i consuntivi e quindi bilanci approvati sono stati sempre taroccati. In Abruzzo a questo vizietto si erano abituati perchè in base allo sciagurato federalismo sostenuto per un decennio da tutti (solo Rifondazione in parlamento fu apertamente contraria) non vi era sorveglianza diretta da parte della Corte dei Conti. Come avevo inutilmente avvertito - evidenziando che l'Abruzzo non era ancora la Regione "virtuosa" come Chiodi voleva far credere - l'entrata in vigore delle norme sul pareggio di bilancio avrebbe costituito un gigantesco problema».

E Acerbo continua: «se questo disordine finanziario fosse servito a scopi sociali potrebbe anche essere difeso da parte di chi come me non condivide le politiche di rigore dei governi italiani e europei. Purtroppo però un fiume di denaro è stato sperperato in ruberie, sprechi clientelari, privilegi assurdi, favori a imprese amiche».

M5S:«VOLONTA’ PRECISA ESPRESSA DA QUESTA GIUNTA»

Anche il M5s dice di non essere meravigliato.

«Anzi», scrivono i consiglieri regionali pentastellati, «nella seduta consiliare dello scorso 16 settembre è stata addirittura bocciata la risoluzione da noi presentata al fine di spingere il Presidente D’Alfonso e la sua Giunta a mettersi in regola con l’approvazione dei bilanci consuntivi e con gli altri adempimenti di contabilità ed a approvare i documenti finanziari entro i tempi normativamente previsti. Persino il 23 dicembre, in fase di approvazione del bilancio preventivo per il 2015, nulla è stato risposto e nulla è stato fatto a seguito delle nostre lamentele sull’assoluta incompletezza ed oscurità dei documenti da approvare. Purtroppo la maggioranza ha ritenuto opportuno, in ogni sede, respingere le nostre legittime richieste e la censura della Corte dei Conti ne rappresenta il triste risultato».

«Le responsabilità di queste omissioni», sottolinea il Consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, «sono da attribuire principalmente all’assessore Paolucci che in questi 13 mesi di governo si è dedicato esclusivamente alla Sanità (dimenticando che ci sono un Commissario ad acta e un sub Commissario) e a quella “macelleria sociale” rappresentata dalla chiusura dei Punti nascita e all’introduzione dei ticket socio-sanitari, pur di appuntarsi sul petto la medaglietta per l’uscita dal Commissariamento (che certo non potrebbe essere merito suo ma di chi lo ha preceduto). Di contro ha completamente trascurato la sua delega al Bilancio, sicuramente più gravosa e impegnativa».

«Mentre D'Alfonso e la sua Giunta annunciano, con comunicati altisonanti, l'uscita dal Commissariamento relativamente alla Sanità, la Corte dei Conti chiede il Commissariamento dell'intera Regione Abruzzo», dice Guido Liris, vicepresidente regionale di Forza Italia,«la sinistra a tutti i livelli, dalla Regione al Comune dell'Aquila, sta dimostrando una grave incapacità amministrativa denunciando la sua vera natura, e cioè l'essere molto più brava a polemizzare e criticare, più che a governare e gestire le criticità del nostro territorio».

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