PESCARA Trentotto gradi sul 4/, il volante brucia e non si può toccare, i passeggeri si sventolano. Benvenuti su uno degli autobus urbani della Gtm. Fa caldo all’ospedale, con i malati costretti a sopportare 33° nelle sale d’attesa, e fa caldo anche sui bus. Non è una leggenda pescarese: il 4/, quello che fa servizio nella parte bassa dei Colli, è un esempio perché il condizionatore c’è ma dalle bocchette esce soltanto un filo d’aria che non rinfresca. Il nostro termometro dice che sugli autobus, a partire da quelli più vecchi che vanno ai Colli di Pescara, a Montesilvano colle e a Francavilla, la temperatura è insopportabile. Per i viaggiatori e anche per gli autisti in servizio con turni di 6 ore: l’abitacolo del guidatore sul 4/, quando il bus alle 13 di ieri parte dal terminal dell’area di risulta dopo la sosta, sembra un forno. Qui l’unico rimedio per difendersi dal caldo è abbassare i finestrini e, al massimo, tenere le porte aperte quando è possibile: il termometro del bus dice che a bordo ci sono 34° mentre fuori 35. Ma è l’abitacolo, con la plancia di plastica nera, a essere ancora più infuocato: 38° con l’autista che parte rassegnato. A patto che ci fosse davvero l’aria condizionata, rinfrescare autobus che si fermano ogni trecento metri per far salire e scendere i pendolari sarebbe già un’impresa. Soprattutto se la manutenzione dei condizionatori è scarsa: «Nei mesi scorsi, la manutenzione non è stata fatta», denuncia Giancarlo De Salvia della Filt-Cgil, «e adesso su più della metà dei mezzi l’aria condizionata non funziona o funziona male». Sul 3/, da Pescara a Santa Lucia di Collecorvino, c’è scritto che la «vettura è climatizzata» e i finestrini devono essere «chiusi» eppure ci sono 32°. «Il risultato è che i passeggeri che pagano 1,10 euro per il biglietto protestano per il troppo caldo e se la prendono con gli autisti», dice De Salvia, «mentre noi non possiamo fare niente, anzi, siamo i primi a pagare i danni della manutenzione non fatta. Gli autisti si beccano gli insulti senza nessun filtro mentre, ad andare bene, i dirigenti che non hanno pianificato la manutenzione a marzo ed aprile scorsi devono vedersela solo con le e-mail di protesta anche se poi cercano sempre di scaricare la colpa sugli altri.
È una guerra tra poveri: nessuno vuole prendersi la responsabilità di offrire un buon servizio al pubblico mentre, a fine mese, sono tutti pronti a prendersi lo stipendio. Subiscono passeggeri e autisti».
Esiste un ordine di servizio della Gtm per gli autisti: spegnere il motore per soste superiori a 3 minuti: vuol dire che, a motore spento, dovrebbe essere spenta anche l’aria condizionata. In questi giorni di afa, quasi nessuno degli autisti rispetta questa direttiva mirata al risparmio e al contenimento dei rumori: «Se spegnessimo l’aria condizionata, i passeggeri, che già si lamentano, ci lincerebbero», dice un autista, «anche se poi c’è sempre quello che chiede di spegnerla perché ha paura di ammalarsi e noi, a volte, proprio non sappiamo come comportarci di fronte a tutte le pretese».
Sul 2/, che collega Pescara a Montesilvano lungo la riviera, c’è l’aria condizionata ma la temperatura è di 31°. Sul 4 che va verso la parta alta dei Colli si arriva a 34° , senza climatizzatore. Stessa temperatura anche sul 15 (contrada Villamagna), con i finestrini aperti per far circolare l’aria. Quando si fanno i turni, gli autisti hanno sempre paura di ritrovarsi al lavoro sul 4, 4/, 16 e il Suf per Francavilla: sono i bus più vecchi e più caldi. «Se calcoliamo l’afa e la folla, il calore sprigionato dal cruscotto, la temperatura di un mezzo del genere può superare i 40 gradi», dice De Salvia. E tra i passeggeri c’è anche chi si sente svenire: è successo a una mamma in viaggio con il suo bambino.
Ci sono anche le condizioni dei mezzi tra le ragioni dello sciopero del trasporto pubblico in programma il prossimo 7 agosto: 24 ore senza bus per protestare contro i tagli di 10 milioni di euro per i trasporti che, secondo i sindacati, penalizzerebbero ancora di più la manutenzione degli autobus passati alla Tua, l’azienda unica regionale.