L’AQUILA «La situazione del bilancio abruzzese è ben nota. La sezione regionale di controllo della Corte dei conti per l’Abruzzo ha accertato le irregolarità che sono state evidenziate nella deliberazione numero 191/2015/FRG del 17 luglio 2015 e resta in attesa che l’ente ponga rimedio alle anomalie riscontrate, sulle quali ha esclusivamente richiamato l’attenzione della presidenza del Consiglio dei ministri». Forse colpita dal clamore mediatico, anche nazionale, avuto dalla richiesta financo di scioglimento del Consiglio regionale, la magistratura contabile chiarisce così, in una nota, gli strali indirizzati nei confronti della Regione Abruzzo per denunciare le omissioni e i ritardi nella redazione dei documenti consuntivi, non avendo l’ente inviato né la bozza di rendiconto del 2013 né l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013 né la bozza di rendiconto per il 2014, con responsabilità da spartire tra le vecchia amministrazione di centrodestra e la nuova di centrosinistra.
QUERELLE Sulla querelle ha inzuppato il pane l’opposizione, in particolare il consigliere forzista Mauro Febbo, che ha evidenziato come in una lettera inviata alla stessa Corte dei conti abruzzese il direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, abbia provato a «smarcarsi» declinando sue responsabilità. Ma lei non ci sta. «Ho scritto semplicemente in ottemperanza a un onere discendente dalla delibera di Giunta, in capo al dirigente del bilancio che ieri (mercoledì 22; ndr) ero io. Nessuna volontà di smarcarsi –assicura poiché vi è stata corrispondenza sostanziale tra il giorno di trasmissione della delibera con iter perfezionato dalla segreteria di Giunta al servizio Bilancio e la trasmissione da parte di quest’ultimo alla Corte dei conti». Ma come mai i giudici riuniti il 17 luglio non hanno potuto leggere un documento del 26 giugno? «La delibera del 26 giugno ha subito delle lievi modifiche in Giunta, quindi è tornata alla segreteria con conseguente allungamento dei tempi -ammette- Il procedimento del riaccertamento dei residui era comunque chiuso. C’è stato uno scostamento nei tempi della comunicazione dovuto alla necessità di completare l’iter».
REAZIONE A CATENA Il direttore evidenzia anche la «reazione a catena» che ha impedito alla nuova amministrazione di occuparsi almeno del proprio primo anno. «Il 2014 poteva essere rendicontato solo dopo la formale approvazione in Consiglio del rendiconto dell’anno precedente -fa notare- Senza il rendiconto 2013 non poteva procedersi al 2014 e l’accumulo di incombenti degli anni passati è certamente un aggravio pesante». Di qui la «task force» specifica annunciata ieri dall’assessore al ramo Silvio Paolucci: «Sarà costituita da dirigenti e funzionari competenti in materia, per portare avanti entro l’anno tutti gli incombenti che ora sono possibili dopo la delibera approvata», conclude la Gerardis