ABRUZZO. Ha tutte le caratteristiche di una gaffe la nomina di Claudio Ruffini a presidente di Sviluppo Italia Abruzzo spa, società controllata da Abruzzo Sviluppo spa, a sua volta emanazione della Regione.
L’ex consigliere regionale, attuale membro della Segreteria di Giunta ha deciso infatti di rinunciare a causa di alcune “perplessità circa la conferibilità dell’incarico”.
«Le stesse – sottolinea Febbo - che avevo avuto anch’io al momento della notizia di questa nuova nomina e per questo mi ero attivato in qualità di Presidente della Commissione di Vigilanza sulla base di quanto stabilito del D. Lgs 39/2013». Si configurava infatti una violazione dell’articolo 7 comma 1 lettera d) che rendeva l’incarico a Ruffini, già Consigliere della Regione nei due anni precedenti, inconferibile.
Febbo aveva pertanto convocato in Commissione (per il 5 agosto) il Direttore Generale Gerardis proprio per chiedere chiarimenti ricevendo a proposito una risposta scritta che spiega come «il presidente di Sviluppo Italia per poter esercitare poteri gestionali deve essere provvisto di deleghe dall’Assemblea. A tutt’oggi non è noto se siano intervenute dette deleghe». In pratica Gerardis vuole evidenziare che i poteri fanno capo all’amministratore delegato e non al presidente, in quel caso infatti scatterebbe l’inconferibilità.
«Nonostante tutto Ruffini ha deciso di rinunciare – aggiunge Mauro Febbo - di fatto confermando un clima di confusione e di scarsa lucidità che si respira all’interno della struttura regionale. Il suo nome si va ad aggiungere alla lunga lista di coloro che hanno deciso di fare le valige dopo l’avvento di Luciano D’Alfonso».
Si tratta dei capi dipartimento Di Biase e Cipollone, il manager della Asl Lanciano-Vasto-Chieti Francesco Zavattaro, il Direttore della Saga Piero Righi, il presidente della Tua Luciano D'Amico (dimissioni rinviate al 31/12), Giuseppe Savini (attualmente congelata) e Barbara Becchi (attualmente confermata).
L’elenco, annuncia Febbo, sembra destinato a crescere con un altro ‘pezzo da 90’, il presidente di Saga Nicola Mattoscio che nell’ultimo cda, particolarmente acceso, avrebbe espresso l’intenzione di lasciare la guida dell’azienda che gestisce l’aeroporto.
Non c’è ancora nulla di ufficiale. La sua nomina nei mesi scorsi è stata anche al centro di una interrogazione parlamentare del deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, che ne ha contestato l’incompatibilità in quanto docente universitario. Il ministro Giannini ha replicato ribadendo l’autonomia degli atenei italiani.