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Pescara, 24/11/2024
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Data: 28/07/2015
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Crocetta, falso scoop dell’Espresso indagati i due giornalisti. Messina è indagato per calunnia e pubblicazione di notizie false, Zoppi soltanto per questo secondo reato. Sentiti dai pm, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

PALERMO - Arriva una svolta nel giallo sulla presunta intercettazione choc che avrebbe riguardato il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e Matteo Tutino, chirurgo dei vip, suo amico e medico, ora ai domiciliari per truffa. Piero Messina e Maurizio Zoppi, giornalisti de L’Espresso autori dell’articolo che faceva riferimento appunto all’intercettazione, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Palermo. Messina è indagato per calunnia e pubblicazione di notizie false, Zoppi soltanto per questo secondo reato. I due giornalisti dovranno rispondere anche all’Ordine siciliano che, in una nota, ha annunciato di averli convocati per avere chiarimenti.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Entrambi, sentiti dai pm in presenza dell’avvocato Fabio Bognanni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nella presunta intercettazione, la cui esistenza è stata smentita più volte dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi (e dalle Procure di Catania, Messina e Caltanissetta) Tutino, avrebbe detto che l’ex assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, «andava fatta fuori come suo padre», il magistrato ucciso dalla mafia nel ‘92.
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Caso Crocetta, il governatore riferisce all’Ars

Caso Crocetta, il governatore riferisce all’Ars
Caso Crocetta, il governatore riferisce all?Ars
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Il settimanale ha sempre ribadito l’esistenza dell’intercettazione

L’Espresso ha sempre ribadito l’esistenza dell’intercettazione sostenendo la correttezza del lavoro dei due cronisti. Entrambi, ora, sono indagati per diffusione di notizia falsa, mentre Messina risponde del reato più grave di calunnia perché avrebbe indicato come fonte della notizia un investigatore che avrebbe, invece, negato di avergliela mai riferita.

La difesa del governatore

Rosario Crocetta, giovedì scorso, ha riferito all’Ars, il Parlamento siciliano, sulla vicenda. «Mi rifiuto di offrire le mie carni a famelici carnefici - aveva detto il governatore ai deputati regionali - Non posso dimettermi, tutti sanno che quella intercettazione non c’è. I falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi». «Sono convinto - aveva poi aggiunto - che Lucia Borsellino si è dimessa dopo che qualcuno le ha mostrato il finto dossier e non per questioni amministrative».

Poteri forti

In una video intervista rilasciata al Corriere della Sera, all’indomani della diffusione dell’articolo e della successiva smentita della Procura di Palermo, Crocetta, che appariva decisamente provato, aveva detto: «Non mi dimetto sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti» (Video). Il Presidente della Regione ha confessato di aver trascorso i giorni più terribili della sua vita, al punto di pensare al suicidio: «Avevo trovato su internet un modo veloce, sicuro, in modo che nessuno mi potesse salvare».

Azione legale

Crocetta è anche ricorso a un’azione legale contro L’Espresso. In una conferenza stampa, il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ha annunciato una richiesta di risarcimento danno di 10 milioni di euro contro il settimanale.

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