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Data: 30/07/2015
Testata giornalistica: Lanciano24.it
Cgil e Ugl contro il governo regionale: azienda unica di trasporti già allo sbando, si rischia la privatizzazione. Dito puntato contro le assunzioni di figli e nipoti fatte al foto finish dal cda Sangritana e contro il parco macchine ridotto all'osso: degli oltre trenta mezzi portati in dote a Tua ne funzionano regolarmente otto

LANCIANO. «Doveva assicurare un dignitoso servizio di trasporto locale ai cittadini abruzzesi, ma rischia di saltare in aria prima di quanto i più convinti pessimisti avessero ipotizzato»: Filt Cgil e Ugl Autoferrotranvieri non usano mezze misure e sparano a zero sulla Tua (Trasporto unico abruzzese), l’azienda che ha riunito in un’unica società Arpa, Gtm e Sangritana. Le due sigle sindacali incroceranno le braccia venerdì 7 agosto, come hanno già fatto a maggio. Il perché è stato spiegato in una conferenza stamani a Lanciano.

«Tua deve tener conto delle esigenze degli addetti ai lavori e dei cittadini, con l’obiettivo di migliorare i servizi e programmare, non improvvisare», afferma Germano Di Luado, segretario provinciale della Cgil, «non vorremmo che tra qualche mese venga fuori che bisogna privatizzare perché il servizio è antieconomico: trasporti e sanità sono servizi essenziali che non si privatizzano!».

Ed è proprio questo uno dei timori messi sul tavolo da Cgil e Ugl: e se il vero obiettivo da cogliere fosse la privatizzazione del trasporto pubblico abruzzese? Di certo, secondo i due sindacati, Tua è iniziata sotto i peggiori auspici, nonostante i toni trionfalistici del governo regionale guidato da Luciano D’Alfonso.

«La riforma è partita malissimo, con un’accelerazione per salvare Arpa, che si prepara ad approvare il sesto bilancio in rosso causato da gestioni fallimentari», accusa Franco Rolandi, della Filt Cgil Abruzzo, «il futuro dell’azienda unica non si può affidare a chi, fino a ieri, ha gestito male le tre aziende ma deve essere riciclato politicamente».

Il peggioramento del servizio è dietro l’angolo: «Si annunciano ricadute pesanti sui territori», spiega Rolandi, «con tagli per tre milioni di chilometri: 1.644.000 di subconcessioni e 1.339.000 per presunte sovrapposizioni ferro-gomma fatti senza cognizione di causa: in alcune zone interne in futuro addirittura si rischia di arrivare a dover utilizzare tre vettori per lo stesso tragitto, con tre biglietti diversi, per la stessa tratta».

Sul banco degli imputati ci sono poi assunzioni poco chiare, «fatte al foto finish», in particolare da Sangritana, dove il consiglio di amministrazione in scadenza ha dato il via libera a una quindicina di assunzioni senza concorso, nelle quali rientrerebbero figli, nipoti e parenti acquisti di rappresentanti attivisti di altre sigle sindacali. «Serve più più chiarezza, a cominciare dalla pubblicazione sul web dei verbali dei consigli di amministrazione», chiede Rolandi, «ci auguriamo che almeno questo con l’azienda unica avvenga».

«Da troppi anni questa è la normalità in Sangritana», lamenta Giuseppe Lupo dell’Ugl, «è un’azienda pubblica che si è sempre comportata come una società privata quando si è trattato di assumere».

Il problema della Sangritana non riguarda solo la questione del personale. Questione non secondaria è quella del materiale rotabile: «L’azienda si è comportata come quel babbeo che compra un Rolex all’autogrill e poi lo porta dall’orefice che gli dice che è falso», ironizza Maurizio Di Martino della Cigl, «questo è successo con tanti treni presentati, come il famoso Orsetto inaugurato da Gianfranco Fini oltre dieci anni fa, che non ha ancora fatto un solo metro di servizio pubblico, nonostante le ingenti spese sostenute per renderlo agibile».

«L’ultimo mezzo inaugurato dall’assessore regionale Camillo D’Alessandro, con tanto di paletta e berretto, è stato addirittura affittato», continua Di Martino, «la Sangritana è entrata nell’azienda unica dichiarando una dotazione di 34 treni, ma solo cinque Lupetto e tre locomotori merci lavorano regolarmente».

«Ciò si ripercuote sulla qualità del servizio, perché se un Lupetto ha un guasto ci sono seri problemi per sostituirlo», aggiunge il sindacalista della Cgil, che punta il dito sull’assessore D’Alessandro: «ha scaricato sul personale viaggiante della Sangritana la causa dei disservizi accusandolo di assenteismo, senza sapere che il parco macchine dell’azienda non basta per coprire il monte chilometri, e che non si fanno ferie perché la turnazione è satura: l’assessore regionale spieghi piuttosto il perché delle ultime assunzioni».

«Rilanciamo lo sciopero del 7 agosto e l’avvio delle assemblee nei posti di lavoro», annunciano i sindacalisti di Cgil e Ugl, «vogliamo allertare i cittadini abruzzesi, i lavoratori dell’azienda unica e tutte le forze politiche, affinché siano consapevoli che dietro questa situazione, che potrebbe decretare il fallimento del progetto di Tua, potrebbe celarsi in realtà il vero obiettivo della Regione, che potrebbe essere quello di privatizzare il trasporto pubblico locale abruzzese».

«Sappiamo peraltro che potrebbe esserci già un pretendente», concludono Cgil e Ugl, «ovvero quella Busitalia artefice della privatizzazione a Firenze, e conseguentemente molto vicina al presidente del consiglio Matteo Renzi».

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