REPORT CHOC L'AQUILA «La Corte dei Conti ha ragione da vendere», dice il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, dopo la relazione con cui i giudici contabili hanno bollato l'Abruzzo comeune delle regioni in rosso per la gestione delle partecipate comunali. Parla con cognizione di causa Cialente e non solo perché nell' elenco della Corte ci sono quasi tutte le partecipate aquilane, ma perché la storia delle società pubbliche del capoluogo rispecchia il vizio di fondo denunciato dai giudici: un «ufficio di collocamento» a servizio della politica e che ha prodotto buchi finanziari enormi. «Nel 2007 quando era ancora sindaco Tempesta -spiega Cialente- le municipalizzate erano tre con bilanci tutto sommato in equilibrio. Poi, improvvisamente, sono diventate sette e i dipendenti cresciuti da 240 a 576, tutte assunzioni a chiamata diretta. Come quella notte, si in una sola notte, in cui vennero assunte a tempo indeterminato 21 persone al Centro turistico Gran Sasso: stagionali assunti tutto l'anno non si sa bene per far cosa. E poi l'8 marzo 2007, a pochi giorni dal voto: i dipendenti dell’Asm (quella con le maggiori perdite e presieduta, al tempo, da Pierluigi Tancredi; ndr) divennero quasi tutti quadri, con una variazione di contratto inspiegabile».
«TUTTI GENERALI» Per questo Cialente non è affatto sorpreso che l'Abruzzo abbia il record di costo pro capite per dipendente (63mila euro): «Sono tutti generali -spiega- e con accordi di secondo livello fuori da ogni logica: farmacisti che non fanno le notti, buoni pasto a profusione, assenza di straordinari. Sto lavorando da anni sulle partecipate per cambiare le cose ed ora, nonostante i sindacati, è arrivato il momento della svolta».Apartire proprio dall'Asm (gestione rifiuti), il cui buco di bilancio è stato ridotto da 2,3milioni (rilevato dalla Corte dei Conti nel 2013) ai 700mila di quest'anno. Il sindaco ha un piano preciso: fondere in un'unica società (una Holding o unaNew.Co.) l'Afm (l'azienda farmaceutica il cui buco è stato dimezzato quest'anno) e la Sed (elaborazione dati), far confluire l'Asm in un'unica società di gestione provinciale tramite fusione con Cogesa, Segen e Aciam), spostare l'Ama (trasporto pubblico) nella Tua (la società regionale appena nata) e liquidare il Centro turistico Gran Sasso già il prossimo anno. «Sto chiedendo, senza successo, dal 2011 al Consiglio comunale di istituire una commissione d'indagine per ricostruire quanto accaduto, ma evidentemente ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio».