ROMA Nel settore della sanità sono possibili risparmi ulteriori «tra i tre ed i cinque miliardi di euro senza stravolgere il sistema, senza contare i risparmi sugli acquisti di beni e servizi». A sostenerlo è il direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale ed ex commissario alla spesa pubblica Carlo Cottarelli, che ieri ha parlato al Meeting di Comunione e liberazione di Rimini. Rilevando che la spesa per la sanità in Italia «è aumentata negli ultimi trenta anni, anche se meno di quanto non sia avvenuto in altri Paesi», e che il sistema italiano «è abbastanza virtuoso rispetto anche alla Germania», l’ex commissario della spending review ha sottolineato che «il sistema sanitario nazionale funziona, ma ci sono risparmi da fare soprattutto perché l’efficienza è molto diversa tra le varie regioni ed anche all'interno di ciascuna di esse. Una cifra possibile di risparmi senza stravolgere il sistema è tra i tre ed i cinquemiliardi di ulteriori risparmi rispetto a quanto è stato fatto. Ci sono margini importanti. L’importate», ha detto Cottarelli, «è procedere con un intervento mirato».
LE MISURE
Quello dei tagli alla spesa sarà uno dei nodi cruciali per la copertura della manovra da 30 miliardi di euro alla quale sta lavorando il governo. Dalla spending review, alla quale sta lavorando il neo commissario Yoram Gutgeld insieme a Roberto Perotti, dovranno arrivare almeno dieci miliardi di euro. Oltre ai tagli alla sanità, il lavoro si sta concentrando anche su altre voci. Dai tagli ai ministeri e dai decreti attuativi della riforma sulla Pubblica amministrazione, sono attesi risparmi per altri 4-5 miliardi. Si partirà, innanzitutto, dal taglio delle partecipate, con la chiusura di quelle senza dipendenti e di quelle strutturalmente in rosso. Una diminuzione di spesa è previsto che arrivi anche dal progetto di ufficio unico del governo sul territorio, che porterà alla diminuzione delle prefetture e agli accorpamenti di tutte le diramazioni territoriali della Pa, dall’Agenzia delle Entrate, agli uffici del lavoro, in un unico sito. Questo dovrebbe comportare un risparmio anche sugli affitti pagati dallo Stato. Oltre alla spending review, il governo punta a ricavare almeno 5-6 miliardi dalla flessibilità Ue, lasciando crescere il deficit del prossimo anno. Sullo sfondo rimane l’incognita del Pil dopo la deludente performance del secondo trimestre, ma per ora confermato allo 0,7%. Un altro capitolo di entrata sul quale il governo punta in modo particolare, è quello del risparmio sugli interessi del debito pubblico. I collocamenti quest’anno sono andati meglio del previsto, nonostante il periodo di giugno luglio durante il quale la crisi greca aveva portato ad un rialzo degli spread. Secondo le prime stime, alla fine dell’anno, in cassa potrebbero esserci tra i 4 e i 5 miliardi di euro in più grazie al risparmio su Bot e Btp. Ma si tratta comunqe di somme che potranno essere conteggiate soltanto ex post. Sul fronte delle uscite, invece, ad auemtare il livello della manovra potrebbero essere gli sgravi sul lavoro. Per proseguire nel solco della decontribuzione avviata quest’anno dal governo Renzi per i neo assunti, l’intenzione di Palazzo Chigi sarebbe quella di avviare una riduzione del cuneo fiscale di almeno tre putni percentuali. Una misura che da sola vale circa sei miliardi di euro.