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Data: 23/08/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Trasporti: meno corse, tagli e aumenti. Strada in salita per la società unica

PESCARA - Firma del contratto unico più volte rimandata, con ultima deadline line al 31 agosto, sindaci e pendolari sul piede di guerra per i tagli massicci delle corse, incertezze e ripensamenti sulla soppressione delle corse degli autobus che si sovrappongono a quelle dei treni.

Sono ancora molti i nodi da sciogliere per la Tua, società unica dei trasporti della Regione Abruzzo, a due mesi dalla fusione delle tre società Arpa, Gtm e Sangritana, e dall'approvazione del Piano industriale, e la grande riforma calata dalle slide e dalla carta alla realtà, rischia di diventare un altro terreno minato per la maggioranza del presidente della Regione Luciano D'Alfonso.

"Gli abruzzesi - spiega ad Abruzzoweb Franco Rolandi, segretario abruzzese della Filt Cgil – si stanno accorgendo che quella che viene presentata come sacrorsanta razionalizzazione del trasporto pubblico nasconde invece un taglio dei servizi per fare cassa, che inciderà molto negativamente sulla vita quotidiana delle persone”.

Un primo assaggio del nuovo corso, per ora, l'aumento del biglietto del 4,7 per cento a partire da settembre, per adeguare le tariffe spiega il presidente della Tua Luciano D'Amico, al tasso d’inflazione calcolato dall’Istat.

“L'ultimo aumento – commenta Rolandi - c'era stato nel 2010, e ben più consistente, del 10 per cento, e dunque ci può anche stare un ritocco, il problema è che cade in un momento in cui si sta procedendo a dimezzare le corse e dunque il servizio per decine di migliaia di cittadini”.

Se infatti viaggiare costerà di più, le corse soprattutto nelle aree interne della Provincia dell'Aquila, saranno sempre di meno, con la soppressione di 1,3 milioni di chilometri.

Rami secchi, autobus che viaggiano con pochi passeggeri o addirittura vuoti, assicurano i vertici della Tua e il presidente Luciano D'Amico, che potranno essere sostituiti da servizi di bus navetta che collegano i paesini dell'entroterra alle stazioni ferroviarie, in un ottica integrata del trasporto pubblico. Più facile a dirsi che a farsi, torna a ribadire il sindacato.

“Tantissimi paesi dell'entroterra, abitati in prevalenza da anziani, dove si pensa di tagliare le corse su gomma, sono distanti di qualche chilometro dalle stazioni. E si pone il problema per ciascun centro abitato, di garantire comunque un servizio di bus navetta, con relativo autista, con il rischio che il gioco non valga la candela, in termini di costi e benefici. Ma sulle modalità di integrazione ferro-gomma, a nostra conoscenza, non esiste ancora un piano dettagliato, calato sul territorio, con numeri e cifre da poter valutare e verificare”.

I tagli delle corse però sono stati quantificati, e già provocano la levata di scudi di pendolari e amministratori locali.

Il sindaco di Carsoli (L'Aquila) Velia Nazzaro ha chiesto ad esempio un incontro urgente con la Regione, perchè in base alla razionalizzazione la valle del Cavaliere perderà un consistente numero di corse L'Aquila, con grandi disagi anche per i tanti studenti universitari e lavoratori che devono raggiungere il capoluogo.

Crescente la rabbia degli amministratori locali nella Marsica, in particolare a Celano, dove è prevista la soppressione di ben 29 corse per e da Avezzano.

Con queste premesse, l'applicazione della razionalizzazione rischia di provocare una rivolta generalizzata.

A rilento poi la trattativa sul contratto unico, che dovrà amalgamare spettanze economiche, turni di lavoro, diritti e doveri di 1600 dipendenti, provenienti da tre società diverse.

Missione per nulla facile con il sindacato che punta a livellare verso l'alto, la Regione verso l'alto. La partita si doveva chiudere a giugno, ma poi la firma è stata rimandata più volte. Segno che le posizioni sono ancora distanti.

Ultima data fissata il 31 agosto, in cui decadranno i vecchi contratti. Con altri 15 giorni di tempo per mettere definitivamente a punto il nuovo contratto.

Se non si troverà l'accordo, sarà applicato intanto quello nazionale del settore trasporti, monco però della contrattazione di secondo livello, che lo cala nei territori e nelle specificità di ciascuna azienda locale. Con i sindacati già minacciano ondate di sciopero.

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