SULMONA La prima osservazione depositata sul tavolo del ministero, giovedì scorso, riguarda il metodo e la logica con cui si sta procedendo alla chiusura della sede Polfer di Sulmona: «Si sta parlando di chiudere degli uffici per il semplice fatto che l'Amministrazione non ha provveduto ad adeguarne l'organico ogni qualvolta vi è stata qualche defezione (trasferimento ad altra sede/ufficio, quiescenza, etc.) - scrive il sindacato Coisp - fino a farlo divenire esiguo e non certo perché detti uffici non sarebbero utili a garantire quella sicurezza che la polizia di Stato dovrebbe offrire ai cittadini, ivi compresi coloro che utilizzano il trasporto ferroviario ». I poliziotti addetti allo scalo ferroviario di Sulmona, infatti, sono passati negli ultimi cinque anni da 5 a 2: «Ciononostante sono state identificate 4208 persone di cui molti detenuti in uscita con permesso premio dal carcere di Sulmona - continua il sindacato - sono state effettuate 279 scorte ai treni viaggiatori, elevate 92 contravvenzioni al codice della strada, sono stati denunciati 70 delitti in ambito ferroviario e 7 fuori ambito ferroviario, denunciate in stato di arresto 8 persone e 17 in stato di libertà, sequestrati circa 300 kg di rame rubato e rintracciati 10minori. Quanto sopra alla faccia della «mancata garanzia di livelli minimi di operatività» che viene sottolineata a sostegno della pretesa di chiudere il menzionato ufficio Polfer e che a questo punto è evidentemente non vera». Il Coisp spiega quindi la centralità della stazione di Sulmona con i notevoli investimenti in corso e chiede per questo al ministero che sia aperto un tavolo di confronto per evitarne la chiusura e anzi per rafforzare il presidio.