L’AQUILA «Sul salvataggio di Abruzzo Engineering, fortemente voluto dalla maggioranza di centrosinistra, avevamo sollevato numerose perplessità e criticità, segnalando anche quelle espresse dagli stessi uffici regionali. A oggi la situazione è tutt’altro che risolta». Lo dice il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo. «Innanzitutto» prosegue Febbo «è stato stilato un Piano industriale che ancora non viene visionato da tutte le sigle sindacali ed ancora oggi non è stato adottato dal collegio dei liquidatori, a dimostrazione che l'urgenza invocata era alquanto pretestuosa». «A oggi», prosegue Febbo, «c’è il concreto rischio che circa 70 lavoratori, delle province di Chieti, Pescara e Teramo, che fino a oggi hanno usufruito della Cig (da almeno 5 anni per mancanza di commesse sulla ricostruzione), non vengano reinseriti in un contesto lavorativo. Dei 180 dipendenti, circa 100 saranno utilizzati negli uffici della Ricostruzione (ovvero uffici del Comune dell'Aquila e Genio Civile dell'Aquila); gli altri dovrebbero essere reinseriti a seguito dell’approvazione di 2 progetti: uno riguarda la riorganizzazione del Genio Civile al quale verranno riassegnate competenze in termini di autorizzazione sismica (lavorerebbero presso gli uffici di Chieti, Lanciano Pescara e Teramo), l’altro invece, ancora in stato embrionale, prevede la digitalizzazione degli atti amministrativi». Entrambi i progetti, dice Febbo, «sono ancora in una fase preliminare, per questo le risorse umane da riassorbire rimarrebbero senza occupazione considerando che la Cassa integrazione era autorizzata fino al 31 maggio 2015».