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Data: 25/08/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Oggi è il giorno di Renzi: il premier due ore in città

«C’è voluto un miracolo di Celestino V per portare all’Aquila il presidente del Consiglio Matteo Renzi». Lo afferma Fabrizio Di Stefano (Fi). «Dopo i tanti annunci fatti, tra i quali ricordo i plurimi di D’Alfonso, Lolli, Pezzopane e Cialente, riguardo l’imminente arrivo, alla fine solo Papa Celestino è riuscito nell’impresa. Ma questo perché L’Aquila è di passaggio, di ritorno dal Meeting di Rimini, e non prima di un’altra sosta a Pesaro. Renzi per noi era diventato come l’araba fenice: tutti ne preannunciavano l’arrivo, ma poi nessuno lo vedeva. Certo che se paragonato al presidente Berlusconi, che all’ Aquila è venuto 31 volte, portando gli straordinari risultati che tutti ricordiamo e che nessun governo successivo ha saputo eguagliare, quelli di Renzi appaiono un nulla».

L’AQUILA Come Speedy Gonzales oggi il presidente del consiglio Matteo Renzi dovrebbe coprire nel giro di una manciata di ore tre regioni: alle 13, fa sapere Palazzo Chigi in una nota, dovrebbe intervenire al Meeting di Comunione e liberazione a Rimini. Alle 15 è atteso a Pesaro per un intervento al Teatro Rossini. Alle 17 circa Renzi dovrebbe infine arrivare all’Aquila, dopo un anno e mezzo di attesa febbrile della sua visita, con almeno sei arrivi annunciati e poi smentiti. Questa dovrebbe essere la volta buona, a dispetto delle bocche cucite del Comune, dove si è continuato per tutta la mattinata di ieri a giocare sull’ambiguità della paventata presenza non di Renzi, bensì del ministro Graziano Delrio. Con il sindaco Massimo Cialente che ha sottolineato a più riprese che «all’Aquila ci sarà il governo», senza mai citarlo. Il ministro è stato dato, invece, per certo dalla senatrice Stefania Pezzopane, che si è lasciata andare a un «Renzi sarà all’Aquila molto presto». Il vicesindaco Nicola Trifuoggi nei corridoi del consiglio comunale ha liquidato in fretta la questione con un «Non ne so niente, sono appena tornato dalle ferie…». Una sorta di segreto di Pulcinella o di giallo celestiniano, visto il periodo. Minuetti a parte, finalmente oggi il presidente del consiglio dovrebbe sedere – accompagnato anche dalla sottosegretaria con delega alla Ricostruzione Paola De Micheli – insieme ai rappresentanti del Comune e al presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Un tavolo tecnico blindatissimo in cui dovrebbero essere affrontati (il condizionale è d’obbligo, dato che lo stesso Cialente fino a tarda sera ha ripetuto che «la venuta di Renzi è legata ai tempi dei suoi impegni a Rimini e Pesaro»), i temi più urgenti di questa fase della ricostruzione, all’interno del palazzo Fibbioni appena ristrutturato e nuova sede istituzionale del Comune, in un centro storico in festa per la 721ª Perdonanza celestiniana ma anche fasciato dai puntellamenti e pieno di cantieri. Chissà se stringerà le mani a qualche operaio il presidente del Consiglio nel suo programma fitto che lo vedrà probabilmente fare un giro in centro storico. Dopo la prima fase più politica e tecnica della sua visita, Renzi infatti è atteso nella sede del Gran Sasso Science Institute da sindacati e associazioni di categoria. I NODI. Sono diverse le questioni da tempo poste all’attenzione del governo. In primis, la restituzione dei tributi e contributi sospesi nel post-sisma con una legge nazionale del 2011 alle imprese ricadenti nei Comuni del cratere sismico, richiesta dall’Europa. La legge predispose la possibilità per le imprese di corrispondere soltanto il 40% del dovuto al Fisco, un tipo di agevolazione concessa in tutti i casi di calamità naturali dal 1990 a oggi. Ma per l’Europa la soluzione adottata per L’Aquila è vista come un “aiuto di Stato”. Di qui l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. L’errore sta nella mancata comunicazione da parte del governo a Bruxelles di questa volontà di risarcire le imprese della zona colpita prima che la legge entrasse in vigore. «Una notizia arrivata tra capo e collo alla vigilia di Ferragosto», ha commentato Cialente, «ingiusta, sbagliata, inaccettabile e offensiva». Altro capitolo è quello della ricostruzione. «I soldi ora ci sono, grazie ai 6 miliardi stanziati con la Finanziaria nell’autunno scorso», hanno spiegato Cialente e Pezzopane. Quel che manca «è, adesso, la possibilità di spenderli più velocemente e con trasparenza». In sostanza, serve la correttezza dei rifornimenti di cassa, in allineamento con le produzioni di cantiere e i Sal. Si deve, poi, assicurare una maggiore scorrevolezza della ricostruzione del centro storico. In tal senso sarà messa sul piatto la necessità di accelerare sull’approvazione della legge cosiddetta Pezzopane dove, tra i punti rimasti inapprovati, c’è quello delle white list, quindi «maggior rigore nella gestione della filiera», è il commento della senatrice. Un altro nodo è quello del personale carente negli uffici che trattano le pratiche post-sisma. Infine, le infrastrutture.

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