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Data: 26/08/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«Per le tasse daremo battaglia a Bruxelles» Il Mezzogiorno sarà diviso in 15 territori di sviluppo: l’Abruzzo incluso nel piano. Il discorso a porte chiuse dopo l’allarme sulla crisi lanciato da Trasatti (Cgil)

L’AQUILA «Da qui a un anno sarò di nuovo all’Aquila per fare il punto sui cantieri e sulla ricostruzione del centro storico. I soldi adesso ci sono. Prendo l’impegno a dare battaglia a Bruxelles sulle tasse per cercare di mettere una pezza a una vicenda che poteva essere gestita diversamente». Una promessa, quella del premier Matteo Renzi, che suggella il tavolo di lavoro con i rappresentanti delle istituzioni locali e le associazioni di categoria, nella sede del Gran Sasso Science institute, a due passi dal cuore della città. Saltato il programma ufficiale, con Palazzo Fibbioni preso d’assalto dai manifestanti, alle 17,30 Renzi ha fatto il suo ingresso, dispensando sorrisi e strette di mano, nella piccola sala riunioni che è riuscita a contenere a stento le autorità, rappresentanti di categoria, delle associazioni e delle organizzazioni sindacali. Subito un siparietto con il sindaco di Scoppito Marco Giusti: «Quale Comune guida?», ha chiesto Renzi. «Scoppito, dove si produce il Maalox. Ricorda?», la risposta. «Ho bisogno del vostro comune, ma non del medicinale». E giù il primo applauso scrosciante. Poi, gli interventi dei rappresentanti di categoria, chiamati a fotografare la realtà dell’Aquila e della sua provincia. Dati e numeri, forniti dal segretario della Cgil Umberto Trasatti e dai vertici di Confindustria. Dati che Renzi ha definito «preoccupanti», con particolare riferimento al peggioramento della cassa integrazione, in controtendenza cl resto d’Abruzzo e d’Italia. Prendendo la parola, il capo del governo ha voluto chiarire subito la sua prolungata assenza dalla città terremotata. «Mi ero detto: non metterò piede all’Aquila finché non sarà chiaro il quadro complessivo. Non so se questo è dentro il concetto di Perdonanza, visto che siamo in tema, ma in passato è prevalso l’aspetto scenografico legato al terremoto. Dico no alle comparsate e alla mediatizzazione della città, anche se devo ammettere che il G8 spostato qui non è stata una cattiva idea e ha attirato le attenzioni del mondo sull’Aquila. Sono per le discussioni di merito e adesso che abbiamo le delibere Cipe e l’articolo 15 possiamo ragionare su dati concreti», ha aggiunto. «Questo territorio è in grado di ospitare centri di ricerca ed eccellenza innovativi, che non sono in contrasto con la vocazione turistica, né con il manifatturiero. Il capitale umano sarà decisivo per L’Aquila, per il Mezzogiorno e l’Italia». Renzi ha affrontato il tema ricostruzione e restituzione delle tasse. Argomento principe della riunione. «Mi assumo l’impegno di dare battaglia a Bruxelles per evitare la restituzione totale delle tasse non versate da parte delle imprese. Ma non posso assicurare nulla: come diceva il celebre allenatore Boskov: “Rigore è quando arbitro fischia”. Cercherò anche una soluzione per il riconoscimento di un indennizzo a quanti sono rimasti orfani dopo il sisma». Poi, l’impegno a tornare in città «anche per visitare il centro e per verificare lo stato della ricostruzione». Sotto la lente di ingrandimento del governo anche l’economia dell’intera provincia. «Monitoreremo costantemente la situazione con i parlamentari abruzzesi, la senatrice Stefania Pezzopane, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli», ha detto Renzi. «Abbiamo un pezzo d’Italia che cresce più del 2% e un pezzo in negativo», ha aggiunto il premier spostando l’attenzione sul piano nazionale. «In questo appello alla positività mancano i tanti mezzogiorni d’Italia. Divideremo il Mezzogiorno in quindici territori ed entro il 31 dicembre firmeremo un patto tra governo e ogni area individuata. Vorrei che l’Abruzzo fosse tra i primi a siglare l’intesa: voi ci dite cosa volete fare, il governo quale impegno può assumere». Il consigliere comunale Ettore Di Cesare, in fondo alla sala, rispondendo al premier che parlava della presenza di gruppi da fuori città, ha affermato che in realtà la contestazione era anche aquilana. In risposta, Renzi ha solidarizzato con la poliziotta ferita.

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