L’AQUILA I soldi ci sono, la sfida ora è far partire i cantieri. Con l’Europa, per quanto riguarda la restituzione degli aiuti post sisma chiesta alle imprese, si cercherà di «mettere una pezza». E’ questa l’estrema sintesi dell’intervento di Matteo Renzi, accompagnato da Giovanni Legnini e Paola De Micheli, al Gran Sasso Institute dinanzi al gotha della politica e delle categorie in Abruzzo. Il premier ascolta con attenzione prima Eugenio Coccia (presidente Gssi) e Paola Inverardi (rettrice), poi gli industriali (Carlo Imperatore) e la politica (Massimo Cialente e Luciano D’Alfonso). Poi esordisce chiarendo il perché di una visita così sospirata, attesa 557 giorni dal momento del suo insediamento: «Mi ero preso un impegno: “Non metto piede all’Aquila finché non sarà chiaro lo scenario”. Più volte qui si è data l’impressione di far prevalere l’aspetto scenografico rispetto alla risoluzione del problema. Abbiamo atteso la delibera Cipe di agosto, la conversione del decreto legge 78 (enti territoriali, ndr), ora possiamo mettere le carte sul tavolo». Renzi dice no «ad annunci choc, show, comparsate», in due parole alla «mediatizzazione dell’Aquila» che giudica, ironicamente, «già sufficiente», sebbene «talora positiva». Chiede, il premier, una «discussione di merito che parta dalla lettura del futuro»: «A me piace l’idea di essere al Gssi, non solo perché ci saranno risorse anche per finanziare il prossimo triennio, ma anche perché questo territorio ha la possibilità di essere in grado di ospitare centri di eccellenza, studio, innovazione e ricerca». Un anticipo del progetto Italia che punta sul capitale umano, «decisivo per il futuro dell’Aquila e non in contrasto con manifattura, servizi e turismo».
LO SCENARIO
I soldi ci sono, scandisce Renzi. Si riferisce ai 5,1 miliardi citati poco prima da Luciano D’Alfonso. Ma ciò non significa che sia tutto risolto. «Continueremo a battagliare a livello europeo sulla questione delle tasse, prendo un impegno» dice mentre scatta un applauso che reprime subito: «Alt, rigore è quando arbitro fischia come sentenziava il filosofo del calcio Vujadin Boskov». Della serie: è presto per gioire. «Cercheremo di metterci una pezza, con le modalità e le forme che potremo utilizzare». Ma la questione nodale è sempre quella dei fondi: «Abbiamo garantito un impegno costante del governo per la continuità dei pagamenti. Adesso si tratta di fare un’operazione complicata, far partire i cantieri e farlo bene, seguirli con determinazione. Lo deve la comunità italiana all’Aquila: non basta essere genericamente commossi». Renzi lancia la sfida: ritrovarsi, tra un anno, per la verifica del lavoro. E, magari, tamponare l’emergenza economica: «I numeri sull’Aquila mi preoccupano, soprattutto sulla cassa integrazione». Infine l’assist a D’Alfonso: inserire l’Abruzzo tra i primi territori del grande masterplan del Mezzogiorno. Con L’Aquila tra le primissime città a beneficiare della riqualificazione.