L'AQUILA L'arrivo di Matteo Renzi ha fatto cambiare i programmi al presidente Luciano D'Alfonso che, pure, ieri mattina doveva incontrarsi con Abruzzo civico per definire e chiudere la crisi politica di Ferragosto. Non che Gerosolimo e Olivieri si siano stracciati le vesti per il mancato appuntamento, tanto più che così convinti di accettare la poltrona di assessore, senza che siano stati garantiti i punti amministrativi posti (sanità, cultura e partecipate), non sono. E poi c'è il ruolo o meglio il destino di Monticelli da definire: l'assessorato ad Abruzzo civico (in particolare a Gerosolimo) rischierebbe di isolare il democrat di Atri, su cui già piovono gli strali, oltre che dei compagni di partito, anche dei territori esclusi dal piano di salvataggio dei punti nascita (in primis Ortona che, a cinque giorni dalla chiusura ufficiale del presidio nascita, ieri ha fatto sentire la sua voce). E la conquista di Monticelli, per Gerosolimo, è molto più importante della poltrona da assessore, tant'è che il capogruppo di Abruzzo civico ha chiesto garanzie affinché il suo «alleato-ribelle» non sia trasformato in un bersaglio mobile.
PROGRAMMA
Né l'ipotesi di rimpasto, così come si prospetta, con lo spostamento di Mazzocca al posto di D'Alessandro a fare il sottosegretario, lascia indifferente Sel: «In questo difficile momento della politica abruzzese, avviare un simile rimpasto di giunta potrebbe causare ulteriori errori sia di metodo che di merito, con aggiuntive problematiche all'interno della maggioranza -avverte il segretario regionale Tommaso Di Febo- Più che del rimpasto occorre parlare del programma, con una necessaria e obbligata ri-puntualizzazione su sanità, lavoro e trasporti. Ovviamente attraverso maggiore collegialità nelle decisioni delle scelte da portare avanti».
COPERTA CORTA
Dovunque la si tiri, la coperta però è sempre troppo corta e D'Alfonso deve decidere quale tallone scoprire: ecco perché ai tre voti dei dissidenti non può rinunciare, come dimostrato nella seduta di consiglio regionale sciolta il 12 agosto scorso. Così, fatti ieri gli onori di casa al premier, oggi, in casa, si dovrebbe passare a «lavare i panni sporchi». Sul tavolo, verosimilmente, oltre all'assessorato a Gerosolimo (Turismo e Cultura, e chissà anche Ambiente), ci saranno le garanzie almeno sui finanziamenti alle associazioni culturali (la delega è di per sé una garanzia, fermo restando che l'Isa resterà per il momento fuori dagli ordini del giorno del consiglio) e l'impegno ad intervenire sulle partecipate della Regione così come è stato fatto per Abruzzo Engineering. Più complicata sarà la partita delle garanzie sul riordino della sanità e in particolare sui punti nascita, ma in qualcosa, i ribelli, dovranno pur cedere e salvare Sulmona potrebbe essere sufficiente per Gerosolimo se verranno assicurati investimenti sugli ospedali senza più bebè.
FRETTA
Di certo il presidente vuole chiudere in fretta, perché il malessere di Ferragosto (che in verità dura da un anno) non si trasformi in un virus pericoloso: entro lunedì dovrebbe arrivare così l'ufficializzazione dell'accordo, in tempo cioè per il primo consiglio regionale dopo la pausa estiva. «Ritenere di poter sanare la crisi con l'offerta di una poltroncina -commenta Forza Italia- rievoca un modo di fare politica antico e forse stantio, e appare davvero incongruo rispetto alle questioni di metodo e di sostanza poste dai tre consiglieri».