Quasi rissa sulla richiesta (respinta) di stralciare il piano su nuovi impianti di sci
L’AQUILA Il bilancio è servito, la crisi di maggioranza pure. Dopo 385 emendamenti, 7 ore e 58 minuti di discussione e a 22 ore dalla convocazione, il consiglio comunale ha approvato il documento di previsione, in un clima di nervi tesi, scontri e aggressioni sfiorate. «C’avete fatto fare le sette di mattina un’altra volta… voglio vede’ chi ci offre la colazione», tenta di sdrammatizzare il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti. Ma il sindaco non batte ciglio e prende atto pubblicamente che la sua maggioranza sta andando a pezzi. Di qui la rottura con il Psi, la scelta del consigliere Gianni Padovani di votare contro il bilancio è fatale alla posizione dell’assessore Giancarlo Vicini. «Sono consapevole che questa giunta sta perdendo uno dei migliori e anzi chiedo un applauso per lui», sottolinea, «ma il patto di maggioranza si è rotto in virtù di atteggiamenti che nascono da questioni personali. Il voto contrario di Padovani nasce da rancori personali per la vicenda delle elezioni regionali e provinciali che lo hanno visto regolarmente soccombere, ha votato contro il bilancio ed è quindi uscito dalla maggioranza. Una posizione che crea un danno enorme alla città anche dettata da propositi di ricandidature nel gruppo del consigliere regionale di Andrea Gerosolimo». L’EMENDAMENTO 30. Le tensioni non si fermano qui, la scure di Cialente potrebbe abbattersi anche sugli assessori di Sel, Betty Leone, e Rifondazione, Fabio Pelini, sebbene queste forze abbiano ribadito la fiducia all’esecutivo votando a favore del bilancio. Un documento di previsione giudicato «utile alla città con una serie di strumenti a servizio del cittadino», ha valutato il consigliere di Sel Giustino Masciocco. «Per il resto», ha sottolineato, «non sono e non voglio essere un professionista della politica. Mi aspetto che Cialente convochi le parti e faccia chiarezza su quanto successo stanotte». Momenti di apprensione ci sono stati, infatti, alla discussione dell’emendamento numero 30, un atto con cui si chiedeva di stralciare il progetto di realizzazione di alcuni nuovi impianti sul Gran Sasso dal piano triennale delle opere pubbliche. Una discussione durata oltre due ore a cavallo di mezzanotte. Il testo, presentato dal consigliere di maggioranza Enrico Perilli (Prc), in particolare prevedeva l’esclusione degli interventi di realizzazione di nuovi impianti su Montecristo, un’ovovia in particolare. Una posizione tecnica e non politica che nasce dalle difficoltà oggettive di intervento in un’area di interesse comunitario. Secondo Perilli, continuando a fare un braccio di ferro con l’ente parco, il ministero e la Comunità Europea, «si farà la fine della metropolitana, andando incontro a un’infrazione europea. Lo dico ai colleghi consiglieri: state votando un’opera che non si può fare». C’è da dire che lunedì mattina, con un altro emendamento, lo stesso Perilli aveva scongiurato la vendita di un pezzo di tratturo. La posizione sul Gran Sasso del consigliere del Prc ha trovato le simpatie di Padovani e Masciocco che alle 2.23 hanno votato sì alla modifica insieme a Pierluigi Mancini (Api). RISSA SFIORATA. Intorno alle 23,30, fuori dall’aula consiliare: da una parte l’assessore alle Opere pubbliche Maurizio Capri, dall’altra proprio i tre consiglieri “ribelli”. Parole forti, minacce. Sfiorato lo scontro fisico. «Abbiamo un programma di mandato che hanno votato i cittadini», ha evidenziato il primo cittadino. «Se non si fa il secondo ingresso a Campo Imperatore, non ha senso costruire le nuove Fontari e salta tutta la strategia sullo sviluppo del Gran Sasso». L’emendamento non è passato, a vantaggio della maggioranza di governo: 15 i voti contrari, 13 i favorevoli, determinanti le assenze di Vincenzo Vittorini, Pierluigi Properzi, Giorgio De Matteis e Roberto Tinari (uscito poco prima) tra le fila delle opposizioni, e Giuseppe Ludovici (gruppo misto). Da parte del sindaco è arrivato un nuovo annuncio di dimissioni, ma c’è chi crede che il sindaco voglia in realtà rafforzare una propria lista (in seno all’assise per presentare un nuovo schieramento in vista delle prossime amministrative, sfruttando il fatto di guidare un carro di maggioranza trascinato, per dirla con parole sue, «dall’armata Brancaleone».
Via libera del Consiglio all’atto di indirizzo per le società partecipate riferito al triennio 2015- 2017. Le disposizioni contenute nel testo deliberativo riguardano le società “in house “dell’ente comunale, vale a dire l’Aquilana società multiservizi (Asm), l’Azienda per la mobilità aquilana (Ama), l’Azienda farmaceutica municipalizzata (Afm), il Centro turistico Gran Sasso e il Servizio elaborazione dati (Sed). L’atto prevede l’obbligo, per le società partecipate, di predisporre un Piano previsionale aziendale riferito al triennio 2015-2017. Il conferimento di incarichi potrà avvenire solo all’esito di una procedura comparativa. L’Assemblea ha infine dato il via libera alla concessione in comodato gratuito alla Gran Sasso Acqua spa della centrale di sollevamento di Pile e al mutamento di destinazione dei fondi di natura demaniale civica di Preturo, utilizzati per la realizzazione di parte del Progetto Case di Coppito 3.