L’AQUILA «Le proteste sono condivisibili e su argomenti seri, ma questo non può impedirci di parlare col premier Renzi del futuro dell’Aquila». Dopo la visita di Matteo Renzi, le contestazioni e le cariche delle forze dell’ordine, il punto delle istituzioni aquilane è stato fatto In Comune con il sindaco Massimo Cialente, la senatrice Stefania Pezzopane, il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il vicesindaco Nicola Trifuoggi e l’assessore Emanuela Di Giovambattista. «Era dal 1971 che all’Aquila non si vedevano volare i sampietrini», ha esordito Cialente. «Era una visita di lavoro, ed è molto male che sia stata stravolta. C’è chi è venuto con sampietrini e uova per andare alla ricerca dell’incidente». Cialente difende il movimento aquilano 3e32, presente alla protesta, «incolpevole sul lancio di sassi e uova». «Su Ombrina io sono contrario, addirittura sul gasdotto Snam il Comune dell’Aquila è capofila della protesta. Ma tutto è passato in secondo piano, i serpentoni sui tg nazionali parlavano solo di incidenti all’Aquila. Mi dispiace per l’agente rimasta ferita. Coi governi passati siamo stati sempre aggressivi e continueremo a esserlo». Giovanni Lolli ha ricordato che dal gennaio 2010 l’unico presidente del Consiglio arrivato all’Aquila, dopo Berlusconi, era stato Mario Monti, con una fugace visita in centro. «Io, da parlamentare e da solo, non votai la fiducia a Monti. Renzi ci ha ascoltato, ci ha detto che vuole fare un masterplan per il Mezzogiorno e noi ci saremo coi nostri progetti. Le questioni portate nella protesta dai comitati sono straserie, che io condivido, e stiamo lavorando per il referendum per fermare Ombrina mare. Quel che non capisco è il senso di una parte della protesta, quando si dice “Renzi te ne devi andare”. Ma L’Aquila sarà importante come Ombrina mare? Non dico di più, ma almeno come Ombrina mare...». Pierpaolo Pietrucci ha ricordato che «sulla centrale a biomasse a Bazzano, da mesi (concetto confermato da Trifuoggi) siamo impegnati in prima fila», ma i disordini hanno di fatto nascosto le rivendicazioni. Per il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis «non c’era alcuna intenzione di fare una passerella», mentre Stefania Pezzopane ricorda di aver organizzato decine di proteste, «siamo stati rinviati a giudizio, manganellati, a Roma, e mai abbiamo preso una pietra in mano. Ci sono questioni aperte, i precari, le mini-gare, le white list, gli orfani e gli invalidi, ma avevamo l’occasione per far vedere che gli aquilani sono bravi a ricostruire. Dicono che non sappiamo fare niente, e noi avremmo fatto vedere macerie e ricostruito. Ma non si dice “vattene”; si deve dire “siediti e parliamone”».
Trasatti: «Serviva un tavolo più ristretto»
«Ho detto a Renzi che l’intera provincia dell’Aquila nel biennio 2012-2014 ha perso 17mila posti di lavoro, mentre la cassa integrazione è aumentata del 30% (il 90% è straordinaria). La ricostruzione deve andare di pari passo con il rilancio dello sviluppo altrimenti la città si svuota». Questo il commento di Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil, che ha esposto al premier i problemi anche per conto degli altri sindacati. «Anziché una riunione come quella di martedì», ha detto Trasatti, «sarebbe stato più utile un vero tavolo di lavoro con soli 10-15 rappresentanti delle istituzioni sociali locali per approfondire i nodi della ricostruzione e definire gli interventi necessari con impegni da sottoporre a verifica da parte delle varie organizzazioni».