L'AQUILA Le «chiese» sono sei, ovvero gli assessorati, e non sette, ma il giro che sta facendo il presidente Luciano D'Alfonso ricorda un po' quello di San Filippo Neri. Perché gira e rigira sempre al punto di partenza si torna: una maggioranza fatta di troppe anime e di robusti campanili, nella quale è difficile trovare uno spazio nel quale inserire l'assessore «benedetto» Andrea Gerosolimo. L'annuncio fatto da D'Alfonso all'ombra dell'Abbazia Celestiniana, come la nomina del decreto pontificio, rischia infatti di trasformarsi in una bolla, di sapone e non papale. Perché tutti in maggioranza sono concordi nel dover far spazio ad Abruzzo civico e sono onorati di poter avvalersi del prezioso contributo di Gerosolimo, ma nessuno gli vuole far posto.
GLI STOP Non Sel che dalla base alla segreteria regionale alza gli scudi in difesa di Mario Mazzocca e «del suo delicato e insostituibile lavoro», non il Pd chietino che per voce della segretaria provinciale Chiara Zappalorto spiega «che bisogna chiarire i rapporti all'interno della coalizione e soprattutto con Sel» e che bisogna tener conto del «principio di rappresentatività territoriale che garantisce a tutti i cittadini, di tutta la Regione, di avere voce non solo in consiglio ma anche in giunta». Come dire Camillo D'Alessandro, il sottosegretario di Chieti che dovrebbe sacrificare il suo ruolo, non si tocca, neanche con la promessa di una prossima candidatura alla presidenza della Regione. Senza contare che dall'Aquila c’è chi ha posto problemi sull'eccessiva rappresentanza pescarese in giunta: oltre al presidente-ex sindaco ci sono Marinella Sclocco, che però essendo l'unica donna è intoccabile per gli equilibri di genere e Donato Di Matteo che, secondo una delle ultime ipotesi, potrebbe lasciare l’assessorato a Gerosolimo per andare a ricoprire il ruolo di sottosegretario. Ma Di Matteo è anche l'uomo dai tanti voti e che pesa al Comune di Pescara, dove, è il caso di dire, non si naviga «in buone acque».
MOSSA AZZARDATA Un bel rebus per D'Alfonso che forse in modo avventato ha annunciato l'assessorato a Gerosolimo, tanto che persino l'Italia dei Valori reclama come «l'informazione preventiva, se non il coinvolgimento delle forze politiche della maggioranza -scrive il segretario regionale Lelio De Santis-, è un atto di rispetto politico e di garbo istituzionale che è mancato. Insomma resta irrisolto il problema, sollevato anche da Abruzzo civico, del metodo di lavoro e della collegialità, oltre che l'esigenza politica di istituire un tavolo di confronto del centrosinistra, per affrontare e condividere le azioni del governo regionale sui temi prioritari della sanità, del lavoro e della cultura». Resta irrisolto, soprattutto, il questiro su quale poltrona siederà Gerosolimo, sempre che alla fine del «giro delle sette chiese» siano stati soddisfatti quei punti programmatici posti a sostegno della crisi. Compreso il galeotto finanziamento all'aquilano Isa.