ROMA Dichiara: «A uno che dice che riduce le tasse noi facciamo un tifo spietato». Poco dopo, a conclusione di un faccia a faccia con il ministro Delrio sul palco della Festa dell’Unità a Milano, commenta: «Non mi resta che iscrivermi al Pd». Si mostra “renziano” come mai fino ad ora il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Giù tutte le più remote diffidenze: la rivoluzione fiscale annunciata da Renzi gli piace. Anche se - sottolinea - «l’importante adesso è trovare i modi con cui finanziarla questa riduzione». Primo tra tutti: una seria spending review.
Nel giorno in cui l’Istat comunica che - nell’ambito di un aumento dell’indice sul clima di fiducia dei consumatori (è arrivato a quota 109 da 106,7) - le imprese sono più pessimiste rispetto a luglio (l’indice si è ridotto ad agosto di 0,6 punti), il leader degli industriali italiani riporta su l’asticella.
E lo fa davanti a quello che un tempo era considerata una platea poco amica: la festa dell’Unità. Un tempo, appunto. Perché ieri il numero uno della Confindustria è stato ascoltato con attenzione, spesso condivisione e comunque senza proteste, nemmeno quando - sollecitato da una domanda sul caso “ferragosto in fabbrica all’Electrolux” - ha duramente attaccato il sindacato: «È mediamente un fattore di ritardo per il Paese».
La riprova? L’anno e mezzo trascorso invano solo per mettere nero su bianco un accordo già raggiunto, quello sulla rappresentanza. Tempo biblici per un sistema economico globalizzato che viaggia a velocità supersoniche. La replica dei sindacati non si fa attendere. «Fattori di ritardo per il Paese sono le imprese che non investono in ricerca, innovazione, processi e prodotti» dice il leader della Uil, Carmelo Barbagallo.
IL CASO ELECTROLUX
Il leader Fim-Cisl, Marco Bentivogli, parla di «fastidiose chiacchiere estive» e invita Squinzi a non «credere che tutto il sindacato sia la Fiom». «Riduciamo contratti e categorie subito, altrimenti queste uscite sono fastidiose chiacchiere estive. La modernità si chiede agli altri dopo aver dimostrato la propria. Esattamente come fa la Fim e la Cisl», chiede Bentivogli. «Il giorno di Ferragosto alla Electrolux di Susegana solo la Fiom ha dato indicazioni (senza neanche proclamazione ufficiale) ai lavoratori volontari di non andare, con scarsi risultati - ricorda il sindacalista - Sempre e solo la Fiom ha proclamato sciopero i due sabati precedenti a cui hanno aderito 22 persone. La Fim Cisl con la maggioranza del sindacato metalmeccanico in Electrolux non ha aderito e ha appena sottoscritto accordo per gli straordinari dei prossimi mesi».
IL FEELING CON IL GOVERNO
Il faccia a faccia con Delrio fila liscio, con toni molto cordiali. Le ricette per la crescita sono simili. Tra i settori da stimolare, oltre quello delle infrastrutture, c’è l’edilizia. «È un’attività fondamentale per il nostro Paese, ad alta densità di manodopera e a bassissimo contenuto di importazioni. Quindi in grado di incidere sui consumi interni» vero vulnus della nostra lenta crescita, spiega il leader di Confindustria. Fronte comune anche sulla lotta alla burocrazia, ai «bizantinismi dei mille regolamenti» che frenano gli investimenti e alla corruzione. Pochissimi i punti in cui i due protagonisti mostrano di avere valutazioni diverse, tra questi i risparmi dal taglio delle Province: Squinzi dice che non si sono ancora visti, Delrio rivendica che ammontano già a un miliardo. Per il resto invece è tutto uno “stare dalla stessa parte”.
Anzi di più: «Siamo convinti che il lavoro e lo sviluppo lo creano le imprese e non lo Stato, per questo faremo di tutto per metterle in condizione di lavorare bene» dice il ministro. Che poi lancia un appello agli imprenditori: «Dovete investire, avere più fiducia e rimanere in Italia». Immediata la replica di Squinzi: «Se il governo farà tutto quello che sta dicendo il ministro, daremo il massimo supporto».