PARIGI - Un passeggero come Ayoub El-Khazzani, schedato come radicale islamico, segnalato da tre polizie europee, appena tornato dalla Siria, non deve più poter salire su un treno in Europa. Peggio ancora: con uno zaino pieno di armi e munizioni. Otto giorni dopo il fallito attentato sul Thalys Amsterdam-Parigi, i ministri di otto paesi europei più la Svizzera si sono riuniti a Parigi per aumentare la sicurezza sui mezzi di trasporto, in particolare su quelli più difficilmente controllabili, i più aperti, i più esposti: i treni. Biglietti nominativi e check in dei bagagli come per gli aerei sono tra le misure evocate, anche se trasportare nelle stazioni le misure di sicurezza degli aeroporti appare operazione lunga e difficile.
LE LINEE A RISCHIO
«Siamo confrontati con una minaccia terrorista che attacca i nostri valori» ha esordito il ministro dell'interno francese Bernard Cazeneuve nella conferenza stampa finale. Impossibile, naturalmente monitorare tutti i treni in circolazione in Europa. Innanzitutto c'è Schengen. Come ha sottolineato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio, che ha rappresentato l'Italia insieme con il viceministro all'Interno Filippo Bubbico: «Ci sarà scambio d'informazioni e più controlli. Ma non rinunciamo al criterio di Schengen, perché la libera circolazione delle persone è una scelta di civiltà e il terrorismo da questo punto di vista non ci piega». Le nuove misure di sicurezza potranno dunque essere applicate «laddove è possibile» ha detto Cazeneuve, e in particolare su linee ferroviarie «mirate», quelle più a rischio, transfrontaliere e a lungo percorso. «E' indispensabile - ha aggiunto Cazeneuve - mettere in atto operazioni coordinate e simultanee su alcune linee mirate che possano essere individuate di volta in volta in funzione dello stato della minaccia».
In particolare, i ministri riuniti a Parigi (oltre a Italia e Svizzera anche Germania, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Lussemburgo e Olanda) hanno evocato i «biglietti nominativi». La Francia vuole incitare i paesi vicini a informare meglio la banca dati di Schengen, in modo da individuare con più precisione gli spostamenti dei passeggeri schedati nei diversi paesi. Altre misure di sicurezza che potranno presto essere esportate dagli aeroporti alle stazioni: il check in dei bagagli. Allo stadio di ipotesi la possibilità di autorizzare la polizia ferroviaria a consultare direttamente le banche dati di Schengen. Nel comunicato finale i ministri hanno anche lanciato un appello al rafforzamento delle pattuglie miste, che già sono in servizio a livello transfrontaliero. Alla Commissione europea (presenti ieri i commissari agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos e quella per i Trasporti Violet Bulc) hanno chiesto invece di rafforzare le norme contro le armi da fuoco e ai servizi d'informazione dei paesi membri di intensificare quanto possibile la loro cooperazione.
L’ALTA VELOCITÀ
Anche se non esiste per ora un elenco ufficiale delle linee ferroviarie europee su cui potrebbero scattare le nuove norme di sicurezza antiterrorismo, molto probabilmente verranno subito monitorate quelle dei Tgv, i treni ad alta velocità che collegano Parigi con Bruxelles, Amsterdam e Colonia.
Cazeneuve ha parlato in generale di «più controlli di identità e dei bagagli nelle stazioni», senza colpire la libertà di circolazione: «è in gioco la sicurezza dei cittadini ma il nostro è uno stato di diritto». Ogni paese potrà poi disporre di misure di sicurezza nazionali sulle linee all'interno del proprio territorio. «In Italia - ha detto il ministro Delrio - siamo sulla strada e sull'esperienza di altri paesi dopo che abbiamo iniziato a controllare gli accessi ai binari con i varchi». Per il ministro dei Trasporti «dobbiamo però fare qualche passo in più perché, come abbiamo visto, i pericoli esistono». Stesse preoccupazioni ci sono anche in Francia, dove il ministro Alain Vidalies pensa a rafforzare le prerogative degli agenti di sicurezza delle Sncf, le ferrovie francesi, come per esempio consentire loro di perquisire bagagli o passeggeri e procedere a controlli d'identità.