L’AQUILA - Potrebbe essere “la realizzazione di una svolta” la “forte volontà tecnica e politica che si è affermata con la visita del premier di dare priorità e risorse” a un collegamento veloce tra L’Aquila e Pescara.
Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci, che commenta le ipotesi di velocizzazione del collegamento tra le due città con una spesa di circa 150 milioni di euro.
LA NOTA COMPLETA
La visita del presidente del Consiglio all’Aquila ha rappresentato un passaggio importante per il percorso di sviluppo della nostra regione, a patto che si sappia dare seguito a quanto concordato.
Se è vero, il dibattito delle ultime settimane non fa che confermarlo, che tra le debolezze che più affliggono l’Abruzzo c’è quella costituita dai campanilismi sfrenati, non può essere negato che il possibile cambiamento passa per l’apertura e l’avvicinamento fisico dei poli territoriali: L’Aquila, Teramo e Pescara-Chieti.
Mentre Teramo è agevolmente raggiungibile dagli altri capoluoghi, risulta difettoso e scomodo il collegamento tra L’Aquila e Pescara, i due centri amministrativi della regione.
La forte volontà tecnica e politica che si è affermata con la visita del premier di dare priorità e risorse per ridurne la distanza a meno di un’ora (dando così seguito a una risoluzione che ho presentato a febbraio e che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità) può rappresentare la realizzazione di una svolta.
Si arriverebbe a una regione i cui poli sono agevolmente collegati tra loro, con vantaggi e agevolazioni evidenti per l’economia e i servizi
Si potrebbe ragionare meglio sulla organizzazione della rete ospedaliera, con un’opera più libera e decisa nella suddivisione delle funzioni. Una volta che i tre poli saranno legati tra loro, diventerà più difficile per i profeti del campanilismo giustificare le duplicazioni.
Lo stesso vale per gli scali. L’aeroporto di Pescara, appena inserito dal Consiglio dei ministri tra quelli di rango nazionale, diventerebbe il riferimento naturale anche per gli abitanti delle aree interne, consolidando mercato, bacino di utenti e aumentando la possibilità di una crescita anche nei collegamenti internazionali. Stesso discorso potrà valere per il porto di Ortona.
In buona sostanza l’Abruzzo può avviarsi nei fatti a diventare un sistema territoriale, dove più che delle rivalità e degli scontri al suo interno sono valorizzati i fattori di complementarità, con effetti benefici anche sulla coesione e l’identità di vedute tra gli abitanti.
L’Abruzzo, in buona sostanza, avrà più possibilità di unirsi. A questo dobbiamo aggiungere il lavoro da intraprendere per migliorare i collegamenti ferroviari tra il capoluogo regionale e Pescara e Roma.
È possibile, nel medio periodo, una cura del ferro che consenta di arrivare in treno dalla capitale all’Aquila in un’ora (va fatto subito uno studio di fattibilità), stesso tempo potrà essere impiegato dall’Aquila a Pescara.
L’Abruzzo ha davanti a sé molte opportunità, questo è il momento giusto per coglierle.