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Pescara, 23/11/2024
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Data: 31/08/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Atac simbolo del clientelismo». L’affondo del neo assessore Stefano Esposito sull’azienda dei trasporti: «È da rifondare» Nel mirino anche i sindacati: «Scioperi diventati strumento politico per fare sabotaggio».

Atac? «Il simbolo del sistema clientelare romano». Gli scioperi? «Sono diventati uno strumento politico per fare sabotaggi». I controllori dei bus? «Più facile vincere all’Enalotto che vederne uno». Per Stefano Esposito Atac è «da rifondare». L’assessore ai Trasporti mette nel mirino tutti, a partire dai sindacati. «Lo sciopero - ragiona il senatore Pd che ha preso il posto di Guido Improta nel rimpasto di un mese fa - è un diritto sacrosanto ma utilizzarlo solo per una battaglia politica è inaccettabile».
LA STRETTA
Ecco perché annuncia di voler «mettere in campo tutti gli strumenti che la legge mi mette a disposizione perché laddove ci fossero sabotaggi e scioperi bianchi non dichiarati farò tutto quello che posso fare». E una mano la chiederà a Franco Gabrielli. «Il prefetto ha il potere eventualmente di precettare e spero lo utilizzi se dovessimo trovarci davanti ad atteggiamenti di questo tipo».
PARENTOPOLI
L’Atac, secondo Esposito, «è il simbolo del sistema clientelare romano». Il riferimento è all’inchiesta di Parentopoli e alla pioggia di assunzioni per chiamata diretta degli anni passati, ma anche ai problemi strutturali di un’azienda dove, secondo l’assessore, «ci sono più probabilità che si vinca al superenalotto che un controllore salga su un autobus». Una realtà dove «c'è ancora molto da fare», al netto dei risultati degli ultimi giorni, come la riapertura della metro A a orario completo. «Se non ci saranno sabotaggi o sfighe mondiali - dice Esposito - dovremmo essere in grado di reggere».
Durante un dibattito sull’Isola Tiberina, alla festa del Fatto, l’assessore pro Tav ne ha per tutti. Anche per Marino, che «è un po’ sfortunato: ogni volta che si muove da Roma succede qualcosa». Anche se Esposito sostiene di non vederlo «commissariato». E ha pure il tempo di cinguettare, via social, su Roma-Juve. «Non cominciamo bene - scrive su Twitter a fine match - comunque sempre forza Juve».
POLTRONA A RISCHIO
La partita in Campidoglio invece, quella sui trasporti capitolini, potrebbe non giocarla fino al 90esimo. «Mi sono dato sei mesi di tempo per valutare se il mio lavoro è servito a qualcosa oppure no. Se sarà servito resterò, altrimenti dirò perché il mio lavoro non ha funzionato». Le difficoltà sono state chiare, fin dall’inizio: «Quando ho accettato di fare l'assessore ho detto a mia moglie: prendo un posto con una sedia con allegata una ghigliottina a due centimetri dal collo».
Sul doppio incarico di assessore e parlamentare, che mantiene anche il vicesindaco Causi, Esposito ieri ha fatto chiarezza: «Tra qualche settimana mi dimetterò da vicepresidente della commissione trasporti in Senato. Ma dal Senato non mi dimetto per due motivi: per avere una relazione diretta col governo e poi perché, con me, il Comune non spende una lira».

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