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Pescara, 23/11/2024
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Data: 01/09/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centrosinistra in crisi: il Pd prova a disinnescare la mina piazzata da Sel. Rapino convoca i segretari provinciali sulla difficile situazione nata dall’annuncio di rimpasto in giunta con l’ingresso di Gerosolimo

PESCARA Contiamoci sul programma, dopo una verifica dell'azione di governo, accantonando strumenti della prima Repubblica come il vecchio manuale Cencelli: tanti voti, tante poltrone. Altrimenti è meglio ridare la parola agli elettori. Le condizioni poste da Sel passano la palla ai partiti sulla crisi in atto alla Regione, forse il male minore per un Luciano D'Alfonso sempre più in difficoltà (mai come questa volta) nel tentativo di superare il black out che ha spento la sua maggioranza in una luminosa giornata di metà agosto.
PEDINA A RISCHIO Nessuno fa il passo indietro che dovrebbe portare al rimpasto in giunta per favorire l'ingresso di Abruzzo civico nell'esecutivo e quando il partito di Nichi Vendola ha avvertito il pericolo, cioè che nel quasi monocolore Pd della squadra del governatore la pedina più a rischio era proprio il suo assessore, Mario Mazzocca ha giocato l'azzardo del voto anticipato. Ecco perché ora a sbrogliare la matassa dovranno essere i partiti della coalizione uscita vittoriosa dalle urne.
Ieri il segretario regionale del Pd, Marco Rapino, ha trascorso l'intera giornata ad incontrare prima i segretari provinciali del suo partito e, in serata, il coordinamento regionale di Sel. Il ragionamento di Sinistra ecologia e libertà è tutto politico: è vero che in termini percentuali il nostro 2,4% (e un solo consigliere eletto) non vale il 5% (con due consiglieri) di Abruzzo civico. Ma D'Alfonso ha vinto le regionali con una coalizione di centrosinistra, dopo un accordo con gli elettori e un’intesa programmatica (reddito minimo garantito, battaglia contro le trivelle) che non possono essere traditi spostando l'asse verso l'area centrista. Sarebbe come svuotare di contenuti forti un centrosinistra nato non come una sommatoria di liste, ma attorno a un programma ben definito. Questa è la questione di metodo ribadita anche ieri. Senza contare le conseguenze a cascata che l'uscita di Mazzocca dalla giunta avrebbero nei Comuni dove i sindaci del Pd governano grazie al sostegno di Sel (vedi Pescara) e in quelli chiamati al voto alle prossime amministrative.
SOSTANZA Poi c'è la sostanza, che passa dalla verifica programmatica: le battaglie sui temi energetici e ambientali. Mazzocca ha sul suo tavolo un tomo alto così che riassume il lavoro svolto dal suo assessorato nei primi dodici mesi di legislatura. Una sorta di resoconto dell'attività che D'Alfonso aveva chiesto a tutti i suoi assessori. Lui, il delegato all'Ambiente e alla Protezione civile, è stato tra i primi a rispondere elencando ad esempio le decine di sopralluoghi e di contatti avuti con i sindaci per le opere di prevenzione del rischio idrogeologico. Proprio ieri un gruppo di amministratori dell'area frentana ha inviato una lettera aperta a sostegno di Mazzocca indirizzata al presidente della Regione. Si tratta del sindaco di Civitaluparella, Alba Loredana Peschi, del sindaco di Pizzoferrato, Palmerino Fannigli e del consigliere comunale di Lanciano, Gabriele Di Bucchianico. Tra l'altro viene ricordata la delicata vicenda dei dissesti della primavera scorsa gestita proprio dall'assessore.
FINE AGOSTO Poi c'è D'Alfonso, che si era detto convinto di chiudere la partita del rimpasto entro fine agosto, ma che in realtà non è andato oltre l'annuncio di Sulmona, dove ha informato pubblicamente che Andrea Gerosolimo farà parte dell'esecutivo ma senza specificare a chi il consigliere di Abruzzo civico dovrebbe sfilare di sotto la poltrona. Non a Mazzocca, senza il rischio di aprire un'altra crisi politica su vasta scala. Non a Donato Di Matteo, macchina di voti difficile da scalzare su due piedi. Non al fedele braccio destro Camillo D'Alessandro, che da sottosegretario (il settimo assessorato) dovrebbe tornare all'Emiciclo nel ruolo di capogruppo per ripiegare in un cassetto tutte le stellette conquistate sul campo in tre anni di legislatura. Il fatto è che la ripresa dell'attività politica dopo la pausa estiva non consente ulteriori pause di riflessioni: la decisione va presa nel giro 24-48 ore, o l'Abruzzo facile e veloce non c'è più.

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