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Pescara, 23/11/2024
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01/09/2015
AbruzzoWeb
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Abruzzo civico, «Vogliamo contare su cultura, sanità e partecipate». Regione: Borrelli presenta il conto, «Non solo rimpasto, ecco le richieste»
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CHIETI - “La nostra assenza nella Giunta regionale è un vulnus che prima o poi andrà risolto, ma la priorità sono ancor prima la legge organica sulla cultura, un cambio di rotta sulle politiche della sanità e sulle società partecipate e non ci faremo certo addomesticare, su questi temi, con un assessorato!”.
Silenti i consiglieri regionali Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri di Abruzzo civico, a parlare ad AbruzzoWeb e dettare la linea del governo regionale è Giulio Borrelli, ex direttore del Tg1 e coordinatore, portavoce e stratega della lista civica Ac che, con i due consiglieri ribelli, assieme a Luciano Monticelli del Partito democratico, sta dando filo da torcere alla maggioranza del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso.
Le dichiarazioni di Borrelli fanno seguito all’annuncio a sorpresa da parte del presidente D’Alfonso del 27 agosto scorso nell’abbazia celestiniana di Sulmona: Gerosolimo, di origine peligna, ha annunciato il governatore, sarà nuovo assessore si occuperà di aree interne, e anche di cultura, si è appreso poi.
“È stato solo un annuncio di D’Alfonso - ribatte oggi Borrelli, ricalcando le dichiarazioni a caldo di Gerosolimo - negli incontri chiarificatori di agosto non si è parlato di assessorati e non è stato deciso nulla”.
A tal proposito c’è in queste ore chi osserva che, effettivamente, all’annunciata investitura di D’Alfonso hanno fatto seguito solo molte polemiche interne alla maggioranza, ma nessun atto concreto. Nella riunione politica di maggioranza di ieri mattina, tra l'altro, si è parlato di tutto, tranne che di rimpasti di Giunta. UN ANNUNCIO PER BRUCIARE?
C'è chi pensa che, in realtà, l’annuncio di D’Alfonso sia servito, scaltramente, solo a bruciare la possibilità, a determinare fibrillazioni e reazioni ostili utili a rendere meno praticabile, almeno per ora, l’ipotesi-Gerosolimo.
Lo stesso Borrelli non considera l’assessorato una priorità, anche se l’ingresso di Abruzzo civico, tiene a sottolineare, "sarà prima o poi inevitabile nel corso della legislatura".
“A dirlo sono i numeri - prosegue Borrelli - abbiamo ottenuto il 5 per cento dei consensi, mentre il Partito democratico è sovrarappresentato se si tiene conto del risultato elettorale, avendo 5 assessori su 6, e c’è Sinistra ecologia e libertà che ha un assessore con una percentuale di consenso che è la metà rispetto alla nostra".
L’ipotesi-rimpasto ha creato come prevedibile un mezzo uragano di fine agosto nella maggioranza. Tra i designati a fare posto a Gerosolimo, Donato Di Matteo del Pd, super votato assessore ai Lavori pubblici, contattato da AbruzzoWeb si limita dire che la sua delega "è in mano al presidente che deve decidere in accordo con i partiti che compongono la maggioranza”.
Si era ventilata anche l’ipotesi di un suo passo indietro in cambio della carica di sottosegretario della Presidenza al posto di Camillo D’Alessandro, o addirittura di una candidatura blindata alle prossime lezioni per il rinnovo del Parlamento, ma sono ipotesi improbabili o tutte da verificare a lungo termine.
L’ipotesi, invece, di passo indietro da parte dell’assessore all’ambiente del Sel Mario Mazzocca ha provocato un’alzata di scudi del partito a tutti i livelli. Con il coordinatore regionale Tommaso Di Febo arrivato a paventare la necessità di un ritorno alle urne: in caso di uscita di Sel, la maggioranza, anche se ricompone con Abruzzo civico e Monticelli, avrebbe comunqnue numeri molto risicati con cui lottare per i prossimi 4 anni.
Malumori anche nel Pd, quello aquilano in particolare, per il quale Gerosolimo resta uno dei consiglieri che ha contributo con la sua ribellione a impedire l’urgente rifinanziamento all’Istituzione sinfonica abruzzese (Isa), sull'orlo del tracollo e potrebbe ritrovarsi paradossalmente "premiato" con la delega alla Cultura.
Un Gerosolimo, si osserva poi in casa dem, che finora ha fatto l’avvocato, il consigliere comunale a Sulmona e il consigliere della Provincia dell’Aquila, il consigliere di amministrazione dell'azienda acquedottistica, e non ha in curriculum specifiche credenziali in materia culturale. RICHIESTE PEGGIORI DEL RIMPASTO
Ma ora quello che era stato interpretato come un ultimatum di Abruzzo civico, l’assessorato, ora diventa per voce di Borrelli un “penultimatum”.
Prima, assicura il bellicoso coordinatore, ci sono precise richieste politiche e programmatiche da imporre alla maggioranza, a stretto giro, che ironizza qualcuno, per D’Alfonso rischiano di essere ancor più indigeste di un rimpasto.
A cominciare dalla legge quadro sulla cultura, che annuncia ad AbruzzoWeb Borrelli, “stiamo già mettendo a punto grazie al dialogo e confronto che abbiamo avviato con gli stessi diretti interessati, associazione e istituzioni culturali”.
Proposta che sarà depositata a firma di Gerosolimo e Olivieri già in ottobre, “e su cui si augura il massimo di condivisione nella maggioranza”, affermazione che può suonare come un invito alla riconciliazione, o come una minaccia, a seconda dei punti di vista.
Una legge, spiega Borrelli, in cui finalmente “vengano stabiliti criteri oggettivi per assegnare i contributi regionali, con tutte le istituzioni e associazioni divise per fasce di merito e importanza, a cui corrisponda la percentuale di finanziamento certa e determinata”. Perché si accalora l'ex cronista, “non è più possibile che “ottengano attenzioni solo le istituzioni culturali che hanno i santi in paradiso, che sono ‘spinte’ da questo o quel consigliere”.
Chiaro riferimento alla proposta di delibera all’Istituzione sinfonica abruzzese con 800 mila euro, arrivata in commissione nella fatidica giornata di Consiglio, e lì rimasta, perché la giornata si è conclusa con un nulla di fatto proprio a causa della defezione polemica dei tre ribelli.
“L’Isa è un’istituzione importantissma, di assoluto livello - concede Borrelli - nessuno vuole negare il finanziamento, ma quello che deve cambiare è il metodo, non è possibile che si porti un provvedimento in Consiglio l’ultimo giorno prima delle ferie solo per una istituzione, quando ce ne sono tante altre in difficoltà”.
E non a caso Borrelli, che è nato e vive ad Atessa, in provincia di Chieti, cita il Mastrogiurato della vicina Lanciano, ruolo da lui interpretato nel 2005, la cui edizione 2015 è stata salvata con 50 mila euro della Regione sboccati in extremis, e che comunque si svolgerà in forma ridotta per insufficienza di fondi.
Per D’Alfonso non sarà però uno scherzo trovare le risorse necessarie, si calcola una decina di milioni di euro l'anno, per rendere concreto un simile progetto di legge, per accontentare tutte le asociazioni e istituzioni culturali d'Abruzzo.
Lo aveva chiaramente lasciato intendere già dopo il primo incontro post-crisi con Abruzzo civico: disposti a un confronto programmatico a tutto campo, tenuto conto però degli equilibiri di bilancio. Ovvero dei soldi che non ci sono. Lo ha ribadito allo stesso modo il capo dipartimento alla Cultura Giancarlo Zappacosta, che ha invitato le istituzioni culturali a darsi da fare per trovare altri canali di finanziamento mediante sposorizzazioni, imparare ‘a stare sul mercato’ e a smettere di fare affidamento solo sui contributi pubblici. OLTRE LA CULTURA
Per ragioni simili, ancor più debordanti sono i desiderata di Abruzzo civico sulle società partecipate, perché per Borrelli “vanno aiutate tutte quelle che meritano di essere rilanciate, e non solo Abruzzo Engineering”, e quelli sulla sanità. Abruzzo civico, conferma Borrelli, “vuole che le decisive scelte che l’Abruzzo dovrà affrontare per applicare la riforma Lorenzin vengano tutte condivise in commissione e in Consiglio regionale”.
Ribadisce la contrarietà alla chiusura del punti nascita, in particolare quello di Sulmona, ''che deve mantenere comunque un reparto di Ginecologia''.
"Vogliamo sapere come sarà riorganizzata nel suo complesso la sanità regionale, quali saranno gli ospedali di secondo e primo livello, e quelli che diventeranno poliambulatori, cosa si farà per garantire i presidi ospedalieri delle aree interne - incalza Borrelli - Non si può continuare con interventi estemporanei, senza un disegno chiaro, condiviso".
Anche in questo caso non sarà facile trovare la quadra. La sanità abruzzese è ancora commissariata, i margini di manovra per il commissario D’Alfonso e l’assessore alla sanità Silvio Paolucci sono molto stretti, e imposti da Roma. Visto che, per esempio, la chiusura dei punti nascita è considerata un punto di non ritorno, condizione per far uscire dal commissariamento l’Abruzzo da parte del ministero.
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